di Nicola Pucci
Sarà, ma la sensazione che Novak Djokovic sia sulla strada buona per ripetere lo straordinario cammino tennistico del 2011 è forte, terribilmente forte. Il serbo mette in bacheca il trofeo degli sceicchi, ovvero il torneo di Dubai, ed è la quarta volta in carriera dopo il tris consecutivo 2009/2011, il tutto con l’accompagnamento del corposo assegno che i paperoni del deserto elargiscono al vincitore.
Djokovic al torneo di Dubai – da www.alarabiya.net
Settimana perfetta, quella disegnata dal nostro Nole. Il ventiseienne di Belgrado, dopo gli Open d’Australia e l’apparizione in Coppa Davis contro il Belgio, torna a picchiare sodo da fondocampo contro il connazionale Troicki che cede al debutto per 6-1 6-4, prosegue la corsa con lo spagnolo Bautista-Agut che fu sorprendente finalista a Chennai ad inizio stagione, abbatte nei quarti il nostro Andreas Seppi che sperava di ripetere la bella partita del Roland-Garros ma se ne torna a casa disintegrato con l’inequivocabile punteggio di 6-0 6-3.
La parte bassa del tabellone è occupata dal Magnifico Federer, qui vincitore dodici mesi orsono, che dopo il faticoso avvio con il marocchino Jaziri a cui concede il primo set, torna a recitare come sa con Granollers e Davydenko e tra un match e l’altro annuncia al mondo che lo adora la temporanea pausa che lo vedrà lontano dai campi dal dopo Indian Wells all’impegno di maggio a Madrid.
In semifinale troviamo a sfidarsi le quattro prime teste di serie, i due favoriti e i due outsider che occupano le posizioni di rincalzo nel ranking, Del Potro numero 7 e Berdych numero 6. Ma se l’argentino nulla può per arginare un Djokovic in evidente stato di grazia, il lungagnone ceco decapita Roger rimontando quando la partita sembrava ormai andata. Sotto di un set Tomas, sostenuto come sempre in tribuna dall’incantevole fidanzata Ester, annulla tre match-point nel tie-break del secondo e si impone di rincorsa al terzo smorzando l’entusiasmo del pubblico dubaiano (si dice così?) che ama Federer e non tace il suo sostegno.
La finale è una recita in due atti. Nel primo Dokovic, pur forte del 12-1 nei confronti diretti con Berdych – il cui unico successo risale alla semifinale di Wimbledon 2010 -, appare lento ad entrare in partita. Nole concede il break e fatica a fronteggiare la pesantezza in battuta e col dritto dell’avversario. Ma il ceco non è cuor di leone, lo sappiamo, spesso difetta nei momenti topici e quando si trova a chiudere la voleè che salverebbe la pericolosa palla del contro-break affossa il colpo in rete. Djokovic azzanna la preda, riemerge per vincere il set per 7-5, prende il largo e porta a casa la vittoria. E’ lui lo sceicco di Dubai, avevate dubbi in proposito?