Durante l’esecuzione di una sinfonia è raro che tutti gli strumenti suonino nello stesso momento. Da spettatori possiamo apprezzarne l’insieme. In genere, se avete occasione di ascoltare gli artisti dopo uno spettacolo mentre cenano, assisterete al racconto di tutti gli errori e le incertezze di cui non vi siete nemmeno lontanamente accorti mentre eravate in platea. Il cervello normalmente corregge continuamente, raffina istantaneamente tutti gli errori di esecuzione, così che noi impariamo a stare con gli altri e a muoverci nell’ambiente circostante. Ma se i musicisti non riescono a capire il direttore e non riescono a sentire bene gli altri strumenti o se un errore di uno strumento (di ritmo, tempo, sincrono, chiave, accordo ecc) non viene corretto l’intera esecuzione sinfonica sarà trascinata nell’errore.
Inoltre, così come una nota, in base alla melodia in cui è inserita, può dare tante sfumature all’esecuzione, così ciascun neurone nel cervello può fare più cose, può dare più comandi in base a quale schema di attivazione è coinvolto. Per ricordare un’informazione, il numero di telefono di una vecchia amicizia, ad esempio, si richiede di accendere lo schema che ricorda il nome, magari il volto (e altre caratteristiche) e poi il numero, che può essere, ad esempio, la memoria motoria di quando lo si eseguiva sulla tastiera del telefono. Quindi si va a recuperare una memoria motoria per recuperare una sequenza numerica astratta. Per mettere insieme queste informazioni “suoniamo” diversi schemi melodici nel nostro cervello.
Per ogni numero di diversa persona sarà diversa la “melodia” da quello che abbiamo appena ricordato. Uno schema di attivazione di neuroni diverso. Se le parti diverse dell’orchestra (chi ricorda il volto, chi il numero, chi lo schema di esecuzione sulla tastiera del telefono) non comunicano tra loro sarà impossibile o troppo difficile, o molto lento ricordare.