Il cervello umano è formato da due emisferi, destro e sinistro che si specializzano nel fare cose diverse. Ci sono animali (che non dormono mai) in cui l’emisfero destro e il sinistro fanno la stessa cosa, quindi quando uno si spegne e riposa c’è l’altro. Nell’uomo il cervello fa talmente tante cose che ha altamente specializzato i due emisferi. Da un lato viene controllato il linguaggio verbale, da un altro quello del corpo (quello non verbale); da una parte viene controllata la paura, dall’altra l’intraprendenza. Da una parte si percepisce il dettaglio e dall’altra l’insieme (un albero o una foresta) ecc. I due emisferi cerebrali devono quindi comunicare in continuazione tra di loro e alla velocità della luce, per permetterci di prendere decisioni, per capire quello che leggiamo, per capire le emozioni nei volti degli altri, per capire la finezza di una battuta o il significato astratto di una metafora.
Nello sviluppo del cervello di un bambino ci sono delle fasi che prevedono una sorta di staffetta. Prima c’è un maggiore sviluppo dell’emisfero destro, poi ad un certo punto di quello sinistro. In seguito si cominciano a raffinare i meccanismi di comunicazione tra i due emisferi che si passano il testimone in un continuo comunicare paragonabile a una sinfonia.
Se questa sequenza si altera il cervello si squilibra. Le combinazioni di squilibrio sono diverse e con sfumature diverse. Se un cervello funzionante esprime una sinfonia, nel nostro caso avremo strumenti stonati o fuori ritmo. E in base a quale strumento è coinvolto avremo una diversa forma di esecuzione musicale. Avremo una combinazione diversa di sinfonia mal eseguita che non è proprio quello che vorremmo.
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