È stimato che il cervello di un neonato abbia circa 100 miliardi di cellule cerebrali. Cioè ci sono più connessioni nella piccola testa di un bimbo che stelle in una galassia. Ed è calcolato che all’età di 6 anni un bambino abbia circa 1000 mila miliardi di sinapsi. Di certo più di quante non ne possa usare, ma significa anche un potere di processare informazioni forse illimitato.
Il cervello si sviluppa se riceve glucosio, ossigeno e stimolazioni. Quando due neuroni si eccitano a vicenda si ritrovano connessi funzionalmente. Stimolare significa ricevere degli input. Questi sono: Luce, Suono o Vibrazioni, Odori, Gusto, Temperatura, Tatto, Pressione o Forza di Gravità. Gli stimoli possono essere efficaci in base alla loro Frequenza, Durata, Intensità.
Da questo elenco la forza di gravità è l’unica che esercita un’azione costante. Il che significa che per un pieno sviluppo del cervello la interazione con l’ambiente gravitazionale deve essere ottimale, pena il ritardato, mancato o non efficace sviluppo delle funzioni superiori. Ogni nostra attività è legata alla resistenza che facciamo alla forza che ci attira verso il centro della terra. Quindi la frequenza, durata e intensità è di gran lunga maggiore di quella che ci fornisce il profumo di caffè al mattino o il gusto delle melanzane a funghetto fatte da mamma. Quindi ogni movimento che facciamo stimola il cervello.
Inoltre il cervello umano è specializzato nel fare così tante cose, che ogni emisfero si è specializzato in alcune. Per cui per rispondere alla velocità della luce a tutti gli stimoli, dopo averli riconosciuti e interpretati, bisogna che i due emisferi siano in stretta ed efficiente comunicazione. Bisogna che le vie neurologiche di comunicazioni siano ben rodate e funzionanti. Altrimenti magari le connessioni ci sono ma non sono molto veloci oppure la sincronizzazione non è un granché. Quando è così parliamo di Sindrome da Disconnessione Funzionale.
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