I suoni, da un punto di vista fisico, possono essere rappresentati in base alla frequenza. Su di una scala di frequenze abbiamo da un lato le basse frequenze e all’altro estremo le alte. Le difficoltà nel processare i suoni possono essere per le basse o le alte frequenze. Un bambino con insensibilità alle alte frequenza, ad esempio, avrà problemi a sentire i suoni delle parole. Questo fenomeno è conosciuto come consapevolezza fonologica e si crede che sia una delle cause principali della dislessia. I bambini che non riescono a sentire tutti i suoni e tutte le parole non sono in grado di leggere le parole.
Un bambino con insensibilità alle basse frequenze avrà problemi a sentire l’inflessione della voce di qualcuno, che trasmette le emozioni. Va sotto il nome di prosodia, e bambini che non la percepiscono avranno difficoltà con la comunicazione non verbale e a socializzare.
Caratteristicamente, i bambini autistici hanno marcata sensibilità ai suoni alti (come se nell’orecchio ci fosse un apparecchio con il volume al massimo). Al contrario i bambini dislessici hanno lo scenario opposto, sentono bene le frequenza basse ma male, o molto male, quelle alte.
L’ascolto di un suono è una elaborazione del cervello. Se non c’è un cervello l’evento fisico dello spostamento d’aria non si trasforma in suono. Se il cervello è fuori sincrono, è funzionalmente disconnesso, la traduzione in suono non è più esattamente quella che dovrebbe essere. In altre parole, quello che il bambino sente non è esattamente quello che è stato detto. A volte i bambini con disconnessione funzionale sembrano sordi.
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