Il decreto legge contro la violenza di genere, con misure severe per reprimere il femminicidio, è stato osannato dai politici e dalla stampa, come a suo tempo la legge sullo stalking. Se applicato alla lettera, il provvedimento, in effetti, potrebbe avere una forza preventiva e punitiva post reato senza dubbio potentissima. “Se applicato”, però! La già citata legge sullo stalking non ha avuto molto successo in fase di applicazione e negarlo vale a nascondersi dietro un dito. Per la mancata applicazione il prezzo lo hanno pagato carissimo le donne che, a volte, anzi spesso, ci hanno rimesso la vita anche dopo aver denunciato i molestatori.
Letta ha dichiarato che il dl è “l’intervento complessivo che serve a dare un grandissimo messaggio sul tema del femminicidio e di protezione di genere alla parte più debole della popolazione”.
La parte più debole della popolazione sarebbero le donne. E questa impostazione in un Paese Europeo progredito sembra l’ennesima contraddizione: nell’Italia del terzo millenio le donne sono ancora creature indifese da proteggere.
Dal relativamente giovane Premier e dal suo relativamente giovane Governo ci si sarebbe aspettato un approccio realmente differente e meno banale… tipo… i molestatori , gli assassini di donne sono … inumani i cui gesti offendono la dignità stessa dell’essere umano, a prescindere dal sesso, e per tali gesti vanno puniti severamente per come meritano. La debolezza delle vittime non c’entra nulla.
Detto questo, ci auguriamo, come detto all’inizio che per l’applicazione del DL non si trovino scappatoie e scorciatoie… uccidere una donna in quanto donna è un’infamità disgustosa ma lasciare impuniti gli assassini è ancora più disgustoso.
(AMR)