CONTRORDINE COMPAGNI...
Le incompatibilità che impediscono a un politico locale di guidare un’azienda sanitaria, o di dirigere un ente pubblico oppure uno privato ma controllato dal pubblico, non si applicano ai mandati in corso il 4 maggio scorso, data di entrata in vigore del Dlgs 39/2013 che ha introdotto le nuove regole. Con un correttivo in corsa, la legge di conversione del «decreto del fare» approvata ieri dal Senato prova a salvare una serie di doppie poltrone nelle amministrazioni territoriali: non solo quelle dei politici, ma anche dei funzionari pubblici che hanno un incarico aggiuntivo in enti vigilati o finanziati dalla stessa amministrazione di appartenenza. A essere congelati, infatti, sono i sei articoli (dal 9 al 14) che compongono i capi quinto e sesto del Dlgs 39, attuativo della legge anticorruzione approvata dal Governo Monti alla fine dell’anno scorso.
Lo scopo dell’emendamento è chiaro, e stabilisce per legge un’ipotesi diametralmente opposta a quella indicata poche settimane fa dalla Civit, la commissione di vigilanza sul tema. Le conseguenze, però, possono aprire la strada a più di un paradosso.
La "sospensione degli effetti" si applica solo alle regole sulle incompatibilità, cioè quelle che impediscono di sedere nello stesso momento su due poltrone diverse. Nulla si dice, però, delle norme sulle «inconferibilità», che impediscono di dare un incarico a chi si trova in una situazione che non consentirebbe di riceverlo in base alle nuove regole: per esempio, non è possibile affidare incarichi dirigenziali in un ente pubblico a chi nei mesi precedenti (12 o 24 a seconda dei livelli di governo) sia stato consigliere o assessore nell’amministrazione che controlla quell’ente.
Queste ultime regole sono pienamente operative, con la conseguenza che la strada per molti incarichi dirigenziali negli enti pubblici e nelle società controllate dalla Pubblica amministrazione rischia di chiudersi per gli ex politici, ma non per quelli che sono ancora in carica.
Il quadro che ne esce, insomma, non è proprio il massimo della coerenza. Del groviglio interpretativo, in virtù di un altro emendamento al «decreto del fare», si dovrà occupare ora direttamente la Funzione pubblica, chiamata a dettare direttive uniformi utilizzando la Civit in funzione "consultiva". Quest’ultima, invece, rimane pienamente in campo per le regole della trasparenza. (Il Sole 24 Ore)
Il comunicato dell’Anci
Anticorruzione - Inconferibilità ed incompatibilità di incarichi: emendamento al DDL di conversione del d.l. n. 69/2013 stabilisce regime transitorio
Tra gli emendamenti approvati al DDL di conversione in legge del Decreto Legge n. 69/2013 (A.S. N. 974, ora all'attenzione dell'Assemblea) nella seduta di ieri (5 agosto, n.d.r.) dalle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato, si segnala l'emendamento che prevede un regime transitorio per l'entrata in vigore delle disposizioni recate dal dlgs n. 39/2013 in materia di inconferibilità e di incompatibilità di incarichi dirigenziali e di vertice nelle pubbliche amministrazioni.
In particolare, l'emendamento prevede che in sede di prima applicazione, le disposizioni in materia di incompatibilità recate dai Capi V e VI del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 (si segnalano in particolare le disposizioni recate dall'art. 12), non hanno effetto come causa di incompatibilità per gli incarichi conferiti e i contratti stipulati prima della data di entrata in vigore del medesimo decreto legislativo in conformità alla normativa vigente prima della stessa data, fino alla scadenza già stabilita per i medesimi incarichi e contratti.
Si tratta dunque di un importante intervento, fortemente sollecitato dall'ANCI, che fa salvi gli incarichi conferiti e i contratti stipulati legittimamente, sotto l'egida della previgente normativa e dunque prima dell'entrata in vigore del dlgs n. 39 - il 4 maggio us -, sino alla naturale scadenza dei medesimi.
Sempre relativamente al dlgs n. 39, si segnala inoltre la modifica all'art. 16 in materia di interpretazione delle disposizioni ivi contenute; secondo le nuove previsioni, all'Autorità nazionale anticorruzione spetta ora il compito di esprimere pareri obbligatori sulle direttive e le circolari ministeriali concernenti l'interpretazione delle disposizioni del decreto n. 39 e la loro applicazione alle diverse fattispecie di inconferibilità degli incarichi e di incompatibilità. (FONTE: Anci)
8 agosto 2013