Non è ancora chiaro, infatti, se quel fatidico bacio è stato dato poco tempo prima dell’uccisione, come sostiene la procura di Teramo, oppure se sia rimasto nella bocca di Melania per un lasso di tempo molto lungo. Secondo i difensori di Parolisi, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, “non esistono parametri oggettivi per collocare temporalmente il momento in cui è avvenuto il contatto in cui Salvatore ha lasciato il suo dna sulle labbra e nella bocca della moglie”. Con l’incidente probatorio da loro proposto, quindi, i due legali vogliono dimostrare che il bacio è stato dato da Salvatore a Melania a Colle San Marco, di Ascoli Piceno, e non vicino al chiosco di Ripe, a 16 minuti di distanza da lui.
I difensori di Parolisi giocano la carta dell’incidente probatorio prima del verdetto della Cassazione sul ricorso, presentato due giorni fa, contro la decisione del Riesame del 23 agosto che ha stabilito che il caporalmaggiore deve restare in cella a Teramo. I legali, inoltre, sottolineano che le due procure “non si sono basate su dati oggettivi risultanti dalle indagini, ma hanno fatto in modo che gli indizi individuati andassero a confermare una tesi precostituita sull’accaduto che vedeva in Salvatore il colpevole.
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