Gli animali d'allevamento di oggi non sono neanche lontanamente simili, dal punto di vista genetico, comportamentale e morfologico, a quelli che vagavano liberamente per il pianeta decine o centinaia di migliaia di anni orsono. Sono stati selezionati per essere più resistenti al clima, più mansueti, e capaci di produrre più carne o latte rispetto ai loro antenati selvatici, dei veri e propri "spiriti liberi".
Avere a che fare con un toro selvatico imbizzarrito, o con un cinghiale che difende i cuccioli, non è esattamente come allevare vacche da latte o maiali. Per domare un bue che non ha mai vissuto in compagnia dell'essere umano occorre essere dotati di fegato, muscoli e cervello, oltre che di strumenti adatti allo scopo.
Sebbene i nostri antenati fossero privi degli strumenti in uso negli allevamenti moderni, muscoli e cervello contribuirono a trasformare feroci e indomabili bestie in mansueti e largamente diffusi animali d'allevamento.
Una ricerca condotta da scienziati francesi, tedeschi e inglesi ha infatti rintracciato le origini dei buoi domestici moderni a circa 80 buoi selvatici vissuti in Medio Oriente almeno 10.500 anni fa.
Analizzando il DNA estratto dalle ossa di buoi selvatici (uri) rinvenute in un sito archeologico iraniano, ed effettuando comparazioni con i campioni di materiale genetico prelevati da buoi domestici moderni, i ricercatori hanno scoperto che l'addomesticamento dell 'uro ebbe inizio poco dopo il periodo in cui si ritiene sia nata l'agricoltura.
Secondo lo studio, la differenza genetica riscontrata negli uri e nei buoi domestici suggerirebbe che la maggior parte dei bovini moderni si siano evoluti a partire da una piccola mandria composta da buoi selvatici.
L'estrazione del codice genetico dalle ossa animali scoperte in Iran non è stata un'impresa molto semplice. "Ottenere validi campioni di DNA a partire da resti conservati in ambienti freddi è ormai routine. E' per questo che i mammut sono stati la prima specie ad avere un sequenziamento del genoma" spiega Ruth Bollongino del CNRS.
"Ma ottenere un DNA valido da ossa scoperte in regioni calde è molto più difficile, dato che la temperatura è un fattore critico per la sopravvivenza del codice genetico. Questo ha richiesto un'estrema attenzione, in modo tale da non contaminare i dati con sequenze genetiche di animali viventi, o morti solo di recente".
Il numero di capi da cui avrebbero avuto origine i buoi moderni avrebbe importanti implicazioni nel determinare le dinamiche dell'addomesticamento di alcuni animali. "Quello che abbiamo visto è un numero sorprendentemente basso di capi di bestiame" sostiene Mark Thomas della UCL. "Sappiamo dai resti archeologici che gli antenati selvatici dei bovini moderni, noti come uri, erano comuni in Asia ed Europa, per cui potrebbero essere capitate numerose occasioni per catturarli e addomesticarli".
Gli uri (Bos taurus primigenius) ebbero origine in India circa due milioni di anni fa, e raggiunsero l'Europa intorno a 250.000 anni orsono. Sono gli antenati di quasi tutti i grandi bovini moderni, ad eccezione di animali come gli yak e i gaygal.
Gli uri veri e propri sono sopravvissuti fino ad un periodo relativamente recente: l'ultimo uro avvistato, una femmina, morì per cause naturali nel 1627 nella foresta di Jaktorów, Polonia. L'estinzione di questi bovini selvatici, i progenitori del bue moderno, fu causata da un mix di fattori quali la caccia, l'habitat sempre più ristretto per l'avanzamento dell'agricoltura, e le malattie trasmesse dal bestiame domestico.
"Gli uri erano molto diversi dai bovini moderni. Erano molto più grossi, e non avevano i tratti moderni osservabili oggi, come la docilità. Per cui catturare questi animali non era affatto facile, e anche se qualcuno fosse riuscito a catturarli vivi, l'allevamento di questi animali avrebbe posto una sfida considerevole fino a quando gli incroci non avessero portato ad un comportamento più docile e ad una taglia più piccola".
Immaginate di avere a che fare con un toro alto (al garrese) quasi due metri, con corna appuntite lunghe mezzo metro, e un temperamento estremamente aggressivo, probabilmente più di un toro moderno. Uno zebù sotto steroidi, per farla breve. Allevare un uro avrebbe rappresentato, per le prime comunità allevatrici del Mesolitico, una vera e propria sfida.
Ma i nostri antenati erano dotati di pazienza e coraggio: gli 80 uri che avrebbero dato origine ai buoi moderni sono stati effettivamente catturati e addomesticati con strumenti e tecniche relativamente primitivi; e con essi altri animali, come capre e maiali, sembra abbiano intrapreso la via verso la vita domestica nella stessa regione del pianeta, e in un periodo non molto distante dall'addomesticamento degli uri.
"Un piccolo numero di progenitori del bovino moderno è consistente con l'area ristretta in cui gli archeologi hanno trovato prove dei primi esempi di addomesticamento circa 10.500 anni fa. L'area limitata potrebbe essere spiegata con il fatto che i buoi, al contrario per esempio delle capre, avrebbero rappresentato un problema per le comunità nomadi, e che solo alcune di queste comunità erano sedentarie in Medio Oriente durante quel periodo" sostiene Jean-Denis Vigne, bioarcheologo e leader del team archeologico.
"Questo studio mostra quanto potrebbe essere importante tenere in considerazione i resti archeologici di regioni meno studiate, come l'Iran. Senza i dati relativi all'Iran sarebbe stato difficile trarre delle conclusioni, anche se sono conclusioni su scala globale".
DNA traces cattle back to a small herd domesticated around 10,500 years ago