E’ imperdonabile abbandonare un blog a se stesso in questo modo. Eppure lo faccio spesso. Da buon Sagittario, a volte parto in quarta verso mete impreviste – e mi dimentico di scrivere. Mi dimentico un po' di tutto, almeno finché non sento il bisogno impellente di "tornare a casa".
Il primo cambiamento, dall’ultimo post ad oggi, riguarda la scuola: dopo due anni di lacrime e sangue a Gattinara, ho dovuto lasciare i miei ragazzi e trasferirmi in un’altra scuola. La "buona scuola" avanza e non risparmia nessuno. Ho ricevuto messaggi commoventi e affettuosi da parte dei miei ex colleghi ed ex alunni, ho pianto un po'... e poi sono ripartita.
Strano, il nostro mestiere: andiamo dove c’è bisogno, col nostro bagaglio di paure ed entusiasmi, di libri e fotocopie, di speranze e timori. Le mani sporche di gesso o di pennarello, la pazienza che a volte scappa e qualche buona lettura da tirare fuori come il coniglio dal cilindro.
Riusciremo bene, a farli appassionare un po’ della nostra materia – ci speriamo sempre.
Quest’anno, per la prima volta, ho solo classi del biennio, una magnifica collega di sostegno sulla classe prima e, tra i progetti, un laboratorio di scrittura creativa in prima, seconda e quarta, da organizzare e strutturare nei ritagli di tempo.
E poi, come sempre, ci sono le letture personali, bislacche, ma ben mirate (ve lo assicuro!). Oltre al volume della Rigoglioso sulla partenogenesi nella Grecia antica (imprescindibile, eh!), ho in cantiere il bel volumetto sulla rabbia femminile di Maura Gancitano e Hugo e Rose, delle mie sempre adorate edizioni e/o.
Quando riuscirò a recensire qualcosa sarà sempre troppo tardi! Ma in fin dei conti... la vita (quella che pulsa e ci spinge avanti e ci fa mancare il tempo e ci toglie il fiato) non è forse meglio di qualsiasi accumulo di parole su Web?
Camminate decisi, ci risentiamo presto. :)