Di Simona Ingrassia. Vorrei essere professionale nel raccontarvi che, a discapito dei detrattori che volevano Peter Capaldi solo per una stagione, la BBC ha dimostrato in pratica di fidarsi di quest’immenso attore ed è arrivata la conferma ufficiale che lui sarà il Dottore anche per la nona stagione. Vorrei… ma non riesco. Quando mi è arrivata la notizia via sms, è mancato poco che non urlassi dalla gioia. In mezzo alla gente, per strada. L’ho visto recitare solo pochi secondi nel trailer e nello special in cui abbiamo detto addio a Matt Smith. Eppure io sono sicura che lui sarà un magnifico Dottore.
Facciamo un passo indietro, così posso raccontarvi la mia avventura alla scoperta di Doctor Who.
Tutto è iniziato diversi anni fa quando mi sono lamentata del fatto che è difficile trovare serie di fantascienza di qualità, fatte con un certo criterio e con amore per la narrazione. Spesso mi ritrovavo di fronte gente che mi diceva: prova Doctor Who, non te ne pentirai. E con il senno devo ammettere che avevano ragione.Ho iniziato a guardare seriamente Doctor Who solo nel 2013. Era appena finita una serie che mi aveva dato tanto in termini di emozioni e di vissuto e avevo bisogno che qualcosa colmasse il vuoto. Avevo fame di fantascienza fatta bene, fame di narrazione e di attenzione per gli esseri umani. Mi sono imbattuta in un Dottore che non ho
capito da subito e me ne rammarico molto. Nine, interpretato da uno splendido Christopher Eccleston, mi è arrivato molto dopo. Solo con l’episodio del 50mo ho capito quanta sofferenza c’era dietro a quel “e per una volta, tutti vivono.” Solo vedendo la sua rigenerazione da War Doctor a Nine ho riconsiderato il suo essere allo stesso tempo scontroso e buffo. Senza quasi rendermene conto ho cominciato a macinare gli episodi, è arrivato Ten, lo splendido e meraviglioso David Tennant con il suo accento che non manca di farmi impazzire di gioia quando lo sento. E’ arrivato un Dottore più umano. Non ho potuto fare a meno di cominciare ad affezionarmi a lui quando ha descritto la sua natia Gallifrey con quello sguardo tipico di chi ricorda con nostalgia qualcosa che ha perduto per sempre.
Mi sono divertita un mondo a vivere i suoi eterni battibecchi con Donna, una delle sue companion che io preferisco di più per la sua frizzante e forte personalità e per essere colei che, di fatto, non ha nessuna paura di dire la verità al Dottore per quanto possa essere sgradevole. Non ho amato molto come l’hanno fatta uscire di scena. Ho pianto lacrime amare ripensando a quello splendido capolavoro che è “Fiori per Algernon” di Daniel Keys. La mia mente vi ha visto una sorta di parallelo. E che dire dello splendido Captain Jack Harkness? Personaggio meraviglioso, completamente sicuro di se in maniera invidiabile, un uomo che non ha problemi a flirtare con qualsiasi creatura che lui trova attraente e che, nello stesso tempo, non ha paura di mostrare il proprio lato fragile. Applausi a scena aperta per Davies, la penna che lo ha creato. La rigenerazione da Ten a Eleven è stato un vero e proprio trauma per me. Ormai ero completamente immersa nel mondo whovian, affezionata a quella strana creatura e non ero assolutamente pronta a dire addio a Ten. Quel “I don’t wanna go” era di Ten ma mi piace pensare che fosse detto anche da David Tennant stesso. Quando è arrivato Eleven, interpretato da Matt Smith non ero sicura che mi potesse piacere. Pian piano questo ragazzone con la faccia da gomma e la sua personalità spumeggiante si è fatto strada e mi ha regalato senza dubbio gli episodi che amo di più in assoluto di Doctor Who. Il suo incontro con Van Gogh è l’episodio più toccante, più umano, più commovente che mi sia capitato in tutte le stagioni di Doctor Who che ho visto. La parte finale in cui uno sfiduciato Vincent sente le parole del curatore della mostra sulle sue opere, facendogli capire quanto sarà grande oltre alle sue ben misere aspettative è di una bellezza e di un’intensità quasi insostenibile. Eleven è anche la rigenerazione in cui il Dottore ha cominciato a far sentire il peso dei suoi anni e i fantasmi che si porta dietro. Il discorso in Rings of Akhaten è lo specchio di questa sua riflessione. La rigenerazione di Eleven ha portato con se quelle che considero due delle migliori companion dopo Donna, si intende: Amy e River. Io adoro, venero Amelia Pond. E amo altrettanto Rory Williams, suo marito. Sono una coppia bellissima e ho pianto come una bambina quando ho visto l’addio. Una scelta coerente. River… che dire di lei di più di quello che altri hanno detto? Adoravo già dai tempi di E.R. l’attrice Alex Kingston, la sua interprete, ma qui credo che si sia superata. Solo una donna così completamente fuori da ogni schema poteva essere degna di sposare il Dottore.
Il 50mo episodio è stato poi perfetto dal mio punto di vista. Tutti gli eventi sono collegati e quel diavolo di Moffat che riesce a trovare un modo per dare omaggio a tutte le rigenerazioni del Dottore in un modo che ha senso. Ha dannatamente senso.
L’addio a Eleven non è stato meno doloroso. Vederlo strapparsi di dosso quel farfallino è stato il simbolo della fine di un era. E rivedere Amy anche solo per un’istante, anche se solo per un’illusione… un vero e proprio colpo al cuore. La storia continua e siamo arrivati a Peter Capaldi e al suo Twelve.
C’è una frase del trailer promozionale che mi risuona nella testa: “Ho vissuto più di duemila anni, ho fatto un sacco di errori e ora è giunto il momento che faccia qualcosa in proposito.”
E forse è esattamente quello che mi aspetto da lui. Il Dottore per sua stessa ammissione è un pazzo che gira con una cabina blu per lo spazio e il tempo. Ha visto l’impossibile, ha passato la sua esistenza a scappare dal vortice del tempo. Conosce e ama in maniera viscerale gli esseri umani, ed è per quello che si è votato a difenderli. Ha fatto anche scelte difficili, spesso impopolari, scelte che sicuramente hanno avuto il loro peso sulla sua coscienza. Questa è una tra le tante cose che spero di vedere che, se fatto bene, potrà fornire materiale per almeno altre due stagioni. Mi piacerebbe vedere il ritorno di almeno due personaggi, non lo nascondo, ma temo che rimarrà solo un mio sogno sfrenato.
Mancano dieci giorni e intanto vi lascio con il trailer promozionale.
E Moffat io ti adoro. Hai fatto dire a Clara una delle cose più belle che unisce vecchia e nuova versione di Doctor Who.
“Oh you’ve redecorated.
I don’t like it”