- 13 agosto 2014
Di Simona Ingrassia. Vorrei essere professionale nel raccontarvi che, a discapito dei detrattori che volevano Peter Capaldi solo per una stagione, la BBC ha dimostrato in pratica di fidarsi di quest’immenso attore ed è arrivata la conferma ufficiale che lui sarà il Dottore anche per la nona stagione. Vorrei… ma non riesco. Quando mi è arrivata la notizia via sms, è mancato poco che non urlassi dalla gioia. In mezzo alla gente, per strada. L’ho visto recitare solo pochi secondi nel trailer e nello special in cui abbiamo detto addio a Matt Smith. Eppure io sono sicura che lui sarà un magnifico Dottore.
Facciamo un passo indietro, così posso raccontarvi la mia avventura alla scoperta di Doctor Who.

Ho iniziato a guardare seriamente Doctor Who solo nel 2013. Era appena finita una serie che mi aveva dato tanto in termini di emozioni e di vissuto e avevo bisogno che qualcosa colmasse il vuoto. Avevo fame di fantascienza fatta bene, fame di narrazione e di attenzione per gli esseri umani. Mi sono imbattuta in un Dottore che non ho
capito da subito e me ne rammarico molto. Nine, interpretato da uno splendido Christopher Eccleston, mi è arrivato molto dopo. Solo con l’episodio del 50mo ho capito quanta sofferenza c’era dietro a quel “e per una volta, tutti vivono.” Solo vedendo la sua rigenerazione da War Doctor a Nine ho riconsiderato il suo essere allo stesso tempo scontroso e buffo. Senza quasi rendermene conto ho cominciato a

Mi sono divertita un mondo a vivere i suoi eterni battibecchi con Donna, una delle sue companion che io preferisco di più per la sua frizzante e forte personalità e per essere colei che, di fatto, non ha nessuna paura di dire la verità al Dottore per quanto possa essere sgradevole. Non ho amato molto come l’hanno fatta uscire di scena. Ho pianto lacrime amare ripensando a quello splendido capolavoro che è “Fiori per Algernon” di Daniel Keys. La mia mente vi ha visto una



Il 50mo episodio è stato poi perfetto dal mio punto di vista. Tutti gli eventi sono collegati e quel diavolo di Moffat che riesce a trovare un modo per dare omaggio a tutte le rigenerazioni del Dottore in un modo che ha senso. Ha dannatamente senso.
L’addio a Eleven non è stato meno doloroso. Vederlo strapparsi di dosso quel farfallino è stato il simbolo della fine di un era. E rivedere Amy anche solo per un’istante, anche se solo per un’illusione… un vero e proprio colpo al cuore. La storia continua e siamo arrivati a Peter Capaldi e al suo Twelve.

E forse è esattamente quello che mi aspetto da lui. Il Dottore per sua stessa ammissione è un pazzo che gira con una cabina blu per lo spazio e il tempo. Ha visto l’impossibile, ha passato la sua esistenza a scappare dal vortice del tempo. Conosce e ama in maniera viscerale gli esseri umani, ed è per quello che si è votato a difenderli. Ha fatto anche scelte difficili, spesso impopolari, scelte che sicuramente hanno avuto il loro peso sulla sua coscienza. Questa è una tra le tante cose che spero di vedere che, se fatto bene, potrà fornire materiale per almeno altre due stagioni. Mi piacerebbe vedere il ritorno di almeno due personaggi, non lo nascondo, ma temo che rimarrà solo un mio sogno sfrenato.
Mancano dieci giorni e intanto vi lascio con il trailer promozionale.
E Moffat io ti adoro. Hai fatto dire a Clara una delle cose più belle che unisce vecchia e nuova versione di Doctor Who.
“Oh you’ve redecorated.
I don’t like it”


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