Eeee rieccoci qui con una nuova stagione del Dottore. Era un annetto che aspettavo questo cavolo di momento, ma finalmente l’attesa è finita. Dopo un’ottava stagione un po’ deludente, fra puntate prive di senso e altre sottotono, il Dottore aveva bisogno di una nuova verve. L’anno scorso, infatti, è cambiato anche il volto del protagonista, arrivando alla sua dodicesima reincarnazione (senza contare il War Doctor, ovviamente), ma quel fessacchiotto di Moffat invece di regalarci una stagione scoppiettante e farci amare questo Dottore – che ha tutte le potenzialità per essere uno dei migliori interpreti del Signore del Tempo -, ci ha dato una stagione con pathos a livello suola delle scarpe…nonostante il ritorno del Maestro (stavolta donna) e dei cyberman.
Capito (probabilmente) l’errore dell’ottava stagione, Moffat fa partire la nona di getto. Un tripudio di vecchi personaggi, richiami al passato ed emozioni forti. Protagonisti dell’episodio i primi micidiali nemici del Dottore: i Dalek, insieme al suo creatore, un redivivo Lord Davos. Purtroppo Moffat non riesce a scrollarsi di dosso uno dei suoi più evidenti diffetti, il catastrofismo. Se non c’è qualcosa di radicale all’orizzonte allora non si può fare una buona puntata. Durante il periodo dell’undicesimo Dottore, infatti, ogni stagione era costellata dallo stesso cliché: l’universo scoppia/implode e il Dottore lo fa ripartire. Andando avanti, poi, Moffat ha scoperto il catastrofismo egocentrico, quello che si concentra sul Dottore stesso e quindi ogni 3×2 il Signore del Tempo rischia la morte definitiva o sta lì lì per stirare le zampe. Lo abbiamo visto negli attimi finali di Matt Smith come Dottore e lo vediamo all’inizio di questa nona stagione. Vittimismo way of life.
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Insomma, una nona stagione che inizia piuttosto bene, nonostante le solite perplessità dovute al caposceneggiatore Moffat (aridatece Russel T Davies!). Speriamo che quest’anno Capaldi possa dare il meglio di sé, visto che l’anno scorso è stato un po’ “frenato” dalle puntate non proprio splendide.
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