Ero quasi pronto a raccontarvi di un amore ormai concluso, stemperato dal passare del tempo, dall'abitudine e dallo sbiadirsi delle emozioni. Poi, grazie ad alcune impennate, a un lavoro continuo di cesello e al ritorno delle grandi Emozioni in un finale di stagione magnifico mi sono dovuto ricredere in gran parte.
Rispetto alla stagione precedente Moffat e il suo team hanno fatto diversi passi in avanti, presentandoci un Dottore (Peter Capaldi) nuovo ma molto più simile ad alcune sue incarnazioni passate, dai modi certamente diversi ma ora meno scontroso e sempre più legato alla sua companion Clara (Jenna Louise Coleman), tanto legato a lei da affrontare sacrifici immani come neanche il centurione Rory aveva fatto per la sua amata Amelia.
E non è il ritorno su Gallifrey a destare l'attenzione, non è lo scontro con chi condusse la guerra del tempo ad emozionare, è semplicemente, e ancora una volta finalmente, il Dottore e solo il Dottore, con la sua costante crescita, il suo amore per la sacralità della vita, la sua avversione per la guerra (nonostante rimanga un personaggio complesso) e l'affetto incondizionato per la sua companion a tenere banco. E finalmente Peter Capaldi è il Dottore, un protagonista lontano per molti aspetti dalle sue precedenti incarnazioni ma infine vicino a esse, un Dottore con il quale, a differenza dei suoi predecessori, non si è creata subito quell'empatia necessaria per apprezzare a fondo le stagioni di cui è protagonista, ma che si ritaglia il suo spazio nella storia della serie grazie all'interpretazione di un attore di classe. E ancora, messe da parte sconclusionate ipotesi e trame poco azzeccate a lei dedicate, il rapporto con la scavezzacollo Clara torna su un piano prevalentemente emozionale regalando grandi momenti, i migliori dei quali poggiano interamente sulle spalle di Capaldi (splendido il penultimo episodio).
Tutto è di nuovo in gioco, il personaggio evolve e Clara cosa farà? La Coleman lascerà la serie o rimarrà? Tutto è ancora possibile, la mia speranza è che nel caso si optasse per una nuova companion la scelta degli autori non ricada sul nuovo personaggio di Ashildr (Maisie Williams) che introdotta in questa stagione non mi ha convinto per nulla. Ma quel che veramente importa è che ci siano stati quei segni di ripresa in fase di scrittura, sul piano emotivo, quei passaggi capaci di avvincere e portare con sé brividi e ammirazione.
Sembra che si sia ripresa la strada giusta, ora non rimane che attendere lo speciale natalizio (praticamente alle porte) con il ritorno di una mai dimenticata River Song (Alex Kingston)
PS: se vi capita osservate per benino l'interno del Tardis in stile moderno che compare nell'ultima puntata.