da Being Harold Pinter
Avrete già capito che i Dangerous Acts del Belarus Free Theatre andavano raccontati. Il teatro, fondato da Nikolai Khalezin e Natalia Koliada, a cui si è aggiunta la personalità portante di Vladimir Shcherban, ha lottato nella e contro l'unica dittatura formale e sostanziale rimasta in Europa. Di cui poco si parla, in buona e mala fede. La censura e la repressione violenta di diritti civili fondamentali quali la libertà di parola e di manifestazione hanno reso durissima e rischiosa la vita di artisti che hanno deciso di denunciare le torture e la riduzione al silenzio del popolo bielorusso in Being Harold Pinter, e di trattare argomenti tabù, dall'identità di genere al suicidio.da Minsk, 2011
Nel suo Paese, la compagnia, nata nel 2010, rappresentava i propri spettacoli in semi-clandestinità, in stanze minuscole ma gremite di pubblico. Pubblico non pagante. Illegale vendere biglietti per teatri non riconosciuti da uno Stato governato da un KGB in gran forma e dall'Andrei Lukashenko che, dopo 16 anni di regime, nel 2011 è stato riconfermato Presidente della Bielorussia dopo elezioni palesemente truccate. Le manifestazioni pacifiche di protesta seguite al voto-farsa sono state represse con una brutalità e una violenza arroganti, che hanno comportato centinaia di arresti e l'emanazione di una legge che vieta l'esistenza di associazioni partitiche. Gira una barzelletta amara, nello Stato slavo. Qualcuno dice a Lukashenko: «C'è una buona e una cattiva notizia. La buona è che hai vinto le elezioni. La cattiva è che nessuno ti ha votato»Natalia Koliada e Nikolai Khalezin
Gli attori del Belarus Free Theatre, coi loro spettacoli capaci di coniugare allegoria e impatto emotivo viscerale, intendono denunciare la situazione bielorussa. «Le cicatrici rendono gli uomini più belli. In questo Minsk è la città più sexy del mondo»: questo dicono e rappresentano sulle scene. Per urgenza di mostrare cosa accade in uno Stato europeo dimenticato dall'Europa e per mantenersi vivi. Anche in esilio, dove «devi pensare a vivere, non a quello che vuoi fare nella vita» Dangerous Acts Starring The Unstable Elements of Belarus ha il merito di riuscire a comunicare le emozioni e il senso di quella corda tesa di resistenza che è la vita degli attori del Belarus Free Theatre. Non c'è suspense. Non serve. L'orrore è lì, in ogni fotogramma, potente e crudo come il dolore e la forza che spingono alla lotta, come l'ostinazione coraggiosa che non sa e non può cedere. Grazie dunque a Madeleine Sackler, che accende i riflettori su un angolo d'Europa dimenticato o ignorato e su un'esperienza artistica alimentata da vissuti esistenziali potenti capaci di insegnare e ispirare. Quanto a noi spettatori italiani, esploriamo youtube. Sul sito del film è visionabile il trailer. Sulla pagina Facebook potete avere informazioni su come accedere alla versione integrale on demand. Dangerous Acts Starring The Unstable Elements of Belarus, documentario civile come sono civili gli “atti pericolosi” organizzati dal Belarus Free Theatre, è da vedersi.(già qui: http://www.sulromanzo.it/blog/docufilm-dangerous-acts-starring-the-unstable-elements-of-belarus-di-madeleine-sackler)