La parola - che si rifà al termine netiquette - deriva dalla contrazione del vocabolo di lingua inglese blog e quello di lingua francese étiquette ed è un invito all'utilizzo online delle buone maniere, uno stile comportamentale frutto di una serie di regole deontologiche fondate sul buon senso e sulla esperienza maturata online.
Questa è la Blogtiquette, elencata per punti nella pagina di Wikipedia; l'ho scoperta mentre leggevo un post su un blog.
A me fanno storcere sempre un poco il naso i "galatei delle buone maniere", le regole codificate sull'educazione. Vedo aleggiare lo spettro del cicisbeo imparruccato, che recita un cerimoniale, celando le volgarità sotto la cipria. Educazione e buon gusto, per me, o li possiedi o non puoi brancarli, tutt'al più scimmiottarli.
Comunque, a parte questa mia insofferenza per l'omologazione del "socialmente corretto", ben venga ciò che invita a riflettere sul rapportarsi civilmente, tanto più nell'impalpabile mondo della blogosfera.
Ho letto la pagina; si può sempre trovare qualche utile conferma e nuove indicazioni. Infatti, il punto 5 si è rivelato istruttivo, prevenendomi da una scorrettezza involontaria, che per fortuna fino a ora penso di non aver mai commesso.
Immagini - Quando si ha l'intenzione di utilizzare una immagine online che non sia di proprietà, evitiamo di inserire l'URL diretto alla medesima nei nostri post poiché è un furto di bandwidth, azione quest'ultima particolarmente irritante per il sistema nervoso dei webmaster: ogni volta che un visitatore accederà alla nostra pagina con il link all'immagine rubata, verrà attivato il server (a pagamento) del proprietario sottraendo della banda dalla quota mensile. [...] Sarà dunque opportuno salvare le immagini ed effettuare l'upload delle stesse sul proprio server oppure avvalersi di un servizio-hosting.
Mi sono poi trovato d'accordo con tutti gli undici punti elencati, tranne uno, il punto 9.
Visite - Così come è piacevole per ogni autore il leggere nelle pagine del proprio blog un commento da parte di un nuovo utente, spesso accade che non venga resa la cortesia contraccambiando la visita: lo snobbare i lettori è uno dei peggiori atteggiamenti relazionali che possa essere intrapreso in Rete. Il blogging è per antonomasia reciprocità!"Il blogging è per antonomasia reciprocità"?!?!
Non faccio "visita parenti" nella vita reale e mi metto a farla su internet?!
Il blogging per me è per antonomasia possibilità di commentare, apprezzare, criticare, confrontarsi sui contenuti dei post.
Nella zona commenti chi scrive dovrebbe approfittare della possibilità di "dialogare" con chi legge, che, se vuole, lascia un commento. D'altronde il blog è caratterizzato proprio dalla zona commenti. Sono essi a fare di uno scritto un post. Chi non vuole ricevere commenti, critiche o confronto d'opinioni, ha solo l'imbarazzo della scelta.inibisce la possibilità di inserirli (e il blog ritrova la sua purezza semantica di diario: blog = va a predicare nel deserto, o parla da solo in bagno (poi però non deve farne fa un monologo a
- web-log ovvero diario in rete)
- scrive la Bibbia
-
un post) - Porta a Porta.
Il galateo della reciprocità di visita (e commento) lo trovo semplicemente un formalismo idiota.
Supponiamo che inizi a commentare i miei post una persona che ha un blog dedicato esclusivamente a mille e uno modi per cucinare i caribù in salsa d'acero e menta piperita.
Che faccio? La vivo come una sciagura?! Mi faccio prendere dall'ansia che se non vado a ricambiare lettura e commento sono un maleducato? Magari andrò a curiosare, come sempre faccio, alla scoperta di "come e cosa scrive". Però la faccenda, da parte mia, potrebbe concludersi lì.
Altro esempio, reale: proprio la pagina della Blogtiquette l'ho scoperta leggendo un post di Morena su Galassia Malinconica (linko il suo blog - e il post-fonte specifico - come avrei fatto anche senza leggere il punto 4). Leggo puntualmente ciò che scrive e spesso, sotto i suoi post, lascio stringati (chilometrici) commenti.
Dal canto suo Morena ha lasciato una volta sola, se non erro, un commento a un mio post.
E con questo?! Attenendomi al punto 9 dovrei dedurne che sia una persona sgarbata? Ahahahahaah! (rido) Non penso proprio! A me offre la sensazione di una persona spontaneamente cortese, gradevole e, francamente, se venisse a commentare certi miei post, allora sì "mi preoccuperei" davvero!
C'è poi un limite tecnico che rende demenziale il punto 9. Un blog sarebbe condannato a un limite di crescita e popolarità. Se io ricevessi un centinaio di commenti, dovrei stare sveglio la notte per andare a restituire un centinaio di "cortesie". E anche a essere stringato (telegrafico) avvilirei la comunicazione a un "un due tre, commentato!" "Letto, bello!" "Strangolati da solo!"; tanto per far vedere che.
Insomma, il punto 9, per me, mortifica e avvilisce il senso dell'avere un blog, visto che riduce i blogger a una colonia di macachi intenti a spulciarsi reciprocamente. Certe reciprocità da neuroni a sessantanove offendono l'intelligenza di chiunque abbia un blog.
Educazione e buon senso, quelle di sostanza e non di forma, devono vestire bene addosso al blogmaster. Eventualmente potrebbe essere più utile che un blogger, se gli va, riassumesse le regole di comportamento da tenere in casa propria. Per esempio io le ho riassunte (si fa per dire) nelle pagine Contenuti e Commenti. Avrei potuto farne un sintetico elenco puntato, non l'ho fatto perché semplicemente a me va di pormi così.
La Blogtiquette, come ogni codice di comportamento, ritengo vada letta con mente aperta e spirito critico, magari facendo copia-incolla di qualche frase. Ma, volendo aggiungere un punto 12, evitando il copiaincolla a scatola chiusa delle idee e opinioni degli altri.
Come gesto di educazione verso l'intelligenza, propria e altrui.
K.