Magazine Cinema
Per parlare del cinema nel regno di Danimarca come non partire dal Dogma 95?
Il movimento cinematografico che nel 1995 cercò di cambiare le carte in tavola stilando una lunga lista di dogmi con cui far rinascere/far ritornare il cinema alla sua essenza naturalistica è alla base della filmografia del Paese.
Primi firmatari di questo manifesto furono i signori Lars Von Trier e Thomas Vinterberg che di conseguenza furono anche i primi registi a mettersi in gioco con queste nuove regole. A distanza di qualche giorno vennero infatti presentati nello scenario prestigioso del Festival di Cannes i loro due film.
Festen è il primo a vedere la luce (o il buio) in sala e colpisce subito lo spettatore, non solo per la sua trama, ma anche per il nuovo modo in cui la regia si appresta a metterla in scena.
Bandite le ricostruzioni in studio, i carrelli per la macchina da presa e le luci artificiali, Festen si racchiude quasi interamente in un lussuoso albergo in mezzo alla campagna danese dove un'intera famiglia è riunita per festeggiare i 60 anni del padre in una costruzione quasi teatrale.
Durante la cerimonia molti sono gli scricchioli: da una sorella il cui funerale è stato da poco e da un fratello ubriacone e facile all'ira e alle scappatelle fino al vero dramma, che esplode come un tuono durante quello che sembra il più innocente dei brindisi. Quel padre sessantenne che si festeggia e si celebra oggi, anni addietro ha ripetutamente violentato e abusato dei suoi figli gemelli, ed è quindi la probabile causa del suicidio di una di questi.
Gli invitati, sbigottiti e attoniti, non sanno se prendere il tutto come uno scherzo o andarsene indignati e il film prosegue in bilico tra queste due ipotesi: il figlio è pazzo o dice il vero? Come reagire a una tale dichiarazione?
Vinterberg segue con la camera in spalla le varie reazioni, costruendo dal nulla scene e inquadrature poetiche e originali, soprattutto quando si ritrova a far fronte al buio che incombe e a dover illuminare i suoi protagonisti in qualche modo.
Ecco quindi che Festen non solo ti si insinua dentro per il tema trattato ma soprattutto per il modo in cui è raccontato, con scene traballanti e emozionanti e montaggi sapienti a seguire i tre fratelli motio che ha spinto -giustamente- la giuria di Cannes a premiarlo per la miglior regia.
Se, infine, rapportato all'ultimo lavoro di Vinterberg (staccatosi dal Dogma 95 nel 2003) Il sospetto, che ancora di abusi su minori parla, il film mantiene intatta la sua potenza.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Going clear: scientology e la prigione della fede
di Alex Gibney con Paul Haggis, Mike Binder, Marthy Rathbum Usa, 2015 genere, documentario durata, 120' Quando, nel maggio del 2013 presentò al festival... Leggere il seguito
Da Veripaccheri
CINEMA, CULTURA -
Unfriended (2014)
Affrontare un horror con aspettative azzerate è sempre una gran tattica e lo dimostra la mia reazione dopo la visione di Unfriended, film diretto nel 2014 dal... Leggere il seguito
Da Babol81
CINEMA, CULTURA -
Il Cinema Ritrovato all’insegna di Bergman, Keaton e Welles
L’avrete sentito molte volte: “È un festival da non perdere”, tanto che questa frase potrebbe risultare insignificante alla maggior parte delle persone. Leggere il seguito
Da Mattiabertaina
CINEMA, CULTURA -
Cinema all’Aperto – Omaggio a Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant
Cinema all’aperto, rassegna organizzata dall’Accademia di Francia a Roma, dedica la sua nona edizione a Vittorio Gassman e a Jean-Louis Trintignant, due... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Un affascinante gioco di specchi: fra due donne, apparentemente, ma anche fra una donna e il ricordo di se stessa da giovane, fra un'attrice e il personaggio... Leggere il seguito
Da Filmedvd
CINEMA, CULTURA -
Più buio di mezzanotte
Mi piace tanto questa cosa che gli amici mi segnalano dei film da vedere, sapendo quanto io ami il cinema, e sapendo anche che scrivo questo blog. Leggere il seguito
Da Zaziefromparis
CINEMA, CULTURA