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“Dolce colloquio” di Enrico Panzacchi

Da Lielarousse

Roma 6 febbraio 2014

Enrico Panzacchi

Tranquille si movean l’acque del fiume
riflettendo le bianche
nuvole e del tramonto il roseo lume;
e noi due solitari, anime stanche,
senza far motto guardavam  dal ponte
anche un giorno morire,
e più lunghe cader l’ombre dal monte,
e le nebbie dal pian lente salire.
Io non dissi d’amarvi. Errava il guardo
sulle onde e i greti erbosi;
gemean per l’aria i passeri in ritardo
cercando i nidi fra le acacie ascosi;
e le campane da lunge squillanti
mi faceano pensare
all’erbe di romiti camposanti,
a profumi di fior sovra le bare;
ed esalar parea dal verde suolo
una canzone antica,
che avea del flauto, avea dell’usignolo,
avea carezze di parola amica.
Io non dissi d’amarvi,  e non cercai
ne’ vostri occhi profondi
(occhi soavi che tacendo amai
dal tempo che li vidi) i vagabondi
pensieri della mente e la divina
malinconia d’amore.
Era pago d’avervi a me vicina;
e vi sentìa cantar dentro il mio core.

A domani
Lié Larousse



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