Sette
Gli addetti ai lavori lo chiamano Fashion Month. Io, vetrina virtuale di vestiti che quasi mai finirò con l'indossare. Il punto è che sono state tante, le collezioni presentate in questi giorni tra New York, Londra, Milano e Parigi. Tra tutte, peró, soltanto una si é guadagnata a pieno titolo un post su questo blog. Parlo di Dolce&Gabbana. Di due stilisti che hanno riassunto nella proposta per la primavera/estate il concetto stesso di itañolitá. Teneri. Li ho visti twittare le bandiere dei due Paesi, l'altro giorno. In mezzo, ci avevano messo un cuore.
Le loro creazioni si ispirano all'influenza della cultura spagnola nella tradizione siciliana. Ne fondono gli emblemi stilistici in un tripudio di rosso, di nero, e di bianco. Così, i pizzi si abbinano alle rose rosse tra i capelli. Giacche e ricami strizzano l'occhio al traje de luz dei toreri. Gonne lunghe arricchite di pois e balze parlano di flamenco e di tablao. Un successo, quello riscontrato a Milano con Linda Evangelista come special guest star.
Per quanto mi riguarda, confesso che mi aspettavo qualcosa di estremamente kitsch. Voglio dire, si tratta pur sempre di Dolce&Gabbana: non proprio la massima icona di sobrietà. Qualche modello, invece, in parte mi ha sorpresa. Le vetrine virtuali, tuttavia, per il momento le tengo per me. Qui, piuttosto, mi preme ricalcare in immagini gli aspetti più propriamente spagnoleggianti della collezione. Le foto che ho usato provengono tutte dalla pagina Facebook dei designer, e le potete trovare anche qui e qui. Allora, cosa ne pensate?