Premessa:
June Ross
LETTERA APERTA A BOSSROSS SU “DOLCE SACRIFICIO” DI ANNE STUART
Cara Ross,sono così dolente (seeeeeeee) di non essere con te d'accordo, sai quanto mi dispiaccia contraddirti (eheheh), ma a me “Dolce sacrificio” è piaciuto.(Trovate la sua recensione a questo LINK)Sarà che amo le storie dark, i bad boy, le eroine paurose, ma coraggiose (è un'incongruenza? Boh...), ma il romanzo non è così brutto da farci una Malalingua. Almeno a parer mio.E' vero, i protagonisti potevano essere meglio sviluppati (non parlo del randello, ovvio!), le situazioni e le avventure ancor più dipanate, ma, in fondo è stata una gradevole lettura e l'ho finito in poche ore. Ross, tu quattro giorni? Sarà mica che non sai leggere veloce o che hai bisogno degli occhiali?
Mi piace lo stile della Stuart, non ho trovato errori evidenti, a parte... a parte, mi sono bloccata su due parole: vampiro e mutante. Sono andata a cercarmi il periodo storico (e già ho interrotto la lettura) di Enrico III e visto che il re viene descritto come dodicenne, dovremmo essere nel 1219, anno più, anno meno. Poi son dovuta andare a cercarmi l'etimologia di “vampiro” e “mutante” (non ho capito perché Google si ostinasse a propormi “mutande”, ma questa è un'altra storia...) e qui mi casca l'asino. Cito da Wikipedia:
“vampiro è un essere mitologico/folkloristico che sopravvive nutrendosi dell'essenza vitale (generalmente sotto forma di sangue) di altre creature, nonché una delle figure dominanti del genere horrorNonostante la speculazione sostenuta dallo storico letterario Brian Frost secondo la quale la credenza dei vampiri «potrebbe risalire alla preistoria», il termine "vampiro" divenne popolare solo agli inizi del XVIII.”
Per non parlare di “mutante” termine nato con la fantascienza. Forse l'autrice, o la traduttrice, non so, avrebbe fatto meglio a usare il termine “mostro bevitore di sangue” per descrivere Grendel.Ah... c'era un altro termine che mi aveva infastidito, ma ora non lo ricordo.A parte questa divagazione (la mia natura velenosa deve comunque fare capolino) il resto del libro me lo sono sorbito tutto in breve tempo.Sarà che amo il Medioevo come ambientazione storica, ma il romanzo non mi ha annoiato, ho trovato molto bella la scena d'amore sulla torre, in pieno temporale (ok, la serpe tira fuori la lingua biforcuta, ma le impongo di ritirarla e di non fare battute su tuoni e fulmini), e il personaggio di Simon de Navarre mi ha affascinato. A proposito, cara BossRoss, io lo immagino così:
Avrei preferito avesse veramente la mano anchilosata (ohhh Geoffrey de Peyrac...), allora sì che Alys avrebbe dimostrato coraggio!E non mi ha deluso neppure lei, ingenua sì, educata in convento e ignara della vita, ma non stupida.E l'autrice (santa, santa Stuart) non ci ha propinato neppure un attimo del dannatissimo, insopportabile misunderstanding! Certo paura e dubbi Alys ne ha, ma appena di fronte al marito la sua mente razionale le fa capire tutto (santa, santa Stuart), non ci sono silenzi, fughe, equivoci che allungano il brodino.Però do ragione ad alcune lettrici, il finale è misero e troppo breve, si risolve tutto in poche righe.E poi, è vero che l'amore è tutto, ma questi due dove vanno a finire???Io la curiosità ce l'ho...
Cara la mia Ross, a me è piaciuto, tu avevi chiesto dei pareri e io, il mio, te l'ho dato.Tanti cari saluti
Lullibi