Mercoledì scorso, mentre sonnecchiavo sul treno del ritorno, ho deciso che mi sarei tagliato i capelli la sera stessa. Anche se il bisogno di darmi una sistemata era nell’aria, come i miei capelli del resto, ho deciso all’improvviso. Ho chiamato subito mia moglie per avvisarla che avrei tardato e lei mi ha risposto che non c’era problema, aveva appena ritirato il numero per la coda alle Poste e aveva davanti a sé più di venti persone. Il mio parrucchiere si trova a due passi dalla stazione, come l’ufficio postale del resto. A quell’ora di un giorno infrasettimanale sarebbe stato difficile trovarlo occupato (sono in due a gestire il negozio), e infatti in una ventina di minuti ho fatto tutto. Shampoo, taglio, rifiniture, phon e consueto mancato ritiro della ricevuta. Ho aggiornato mia moglie che, in perfetta sincronia, si stava accomiatando dall’impiegato che l’aveva servita, e di lì a poco ci siamo incontrati per rientrare insieme. Questo per dire che invece poi sabato mattina mia moglie ha deciso anche lei di andare dallo stylist. Ha prenotato riuscendo a trovare un posto malgrado fosse sabato, è entrata alle 10:45 ed è tornata a casa alle 15:15.