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Quando sono rimasta incinta volevo un maschio. Non so precisamente perché, però volevo un maschio, mi sembrava di mettere al mondo una creatura con una vita più facile. Poi non so, pensando all'adolescenza credevo che sarebbe stato molto più facile affrontare un maschio coi baffetti e la voce da cartone animato che una testarda bimbetta cresciuta. Oppure pensavo a quanto sono amorosi i maschi con le mamme e quanto invece tengano testa le femmine alla propria madre. Boh. Ero gonfia e in preda a sbalzi ormonali e umorali che se mi avessero detto che, volendo, avrei potuto partorire un coniglietto ariete avrei detto: MMMM OK!
E' che è così complicato essere femmina ed essere donna, è complicato rispettare certi canoni, è ancor più complicato sbattersene e uscire da questi canoni. Essere donna vuol dire essere sola, con tutto quello che comporta, nel bene e nel male, è difficile scegliere il meglio per sé ma estremamente formante per il carattere. Sì perché le donne via via che crescono si scontrano con realtà che, finché siamo bambine e stiamo in giardino a giocare a Lady Lovely, non possiamo certo immaginare. La prima stortura che ti viene messa davanti è la totale mancanza di solidarietà di classe. Gruppi di donne, uffici di donne, classi di donne, squadre di donne sono arene tra le più sanguinose e spietate dove non si può sbagliare, dove il rosicume, il rancore, la maldicenza e il bruttazoccola si palesano nel giro di pochi istanti. Perché succede? Non lo so, forse perché siamo dolcemente complicate e fieramente cacazzi, perché abbiamo la memoria di un elefante che ha giocato a memory per tutta l'infanzia, perché siamo severe con le altre, perché difficilmente prima di tutto perdoniamo qualcosa a noi stesse.Non esistono ambienti stressanti e competitivi come quelli composti di sole donne.
Lo so, dall'altra parte della barricata è la vecchia storia dei maschi che giocano a calcetto, si danno due pedate e dimenticano tutto, anche un plurimicidio.
Essere donna è esteticamente faticoso. Uno dei giochetti che faccio mentre sono in coda alla posta è pensare a tutto quello che non mi piace del mio corpo e come potrei sistemarlo e lo faccio con raziocinio e tecnica perché o parto dalla testa o parto dai piedi. Quindi, se mi vede in coda alla posta assorta nei miei pensieri, sappiate che non sto pensando a come risolvere il problema del debito pubblico ma probabilmente starò snocciolando questa lista: pedicure, massaggio, laser capillari, liposuzione alle ginocchia, depilazione definitiva inguine...Cioè, capite lo stress? Appena molli un attimo ed esci con la pinza e la tuta sei già finita, cadi nell'abisso, la società ti rottama, non sono ammessi sgarri manco se vieni da quattro giorni di influenza. Poi vabbè le volte che io ho provato ad uscire di casa con tuta e capelli lezzi ho incontrato il mio ex con la nuova fidanzata, un pullman di modelli israelo/brasiliani, Fassbender che si era perso e un paio di registi indipendenti che cercavano un volto nuovo per il cinema. A parte gli scherzi, l'estetica la prendiamo molto, troppo seriamente, ci condiziona, ci influenza e ci tormenta. Ho conosciuto donne bellissime piene di complessi. Donne "oggettivamente" belle tormentate da capelli troppo crespi o troppo lisci, nasi lievemente storti, palpebre troppo socchiuse, labbra di tre tonalità sotto la rosa canina quindi inaccettabili e via dicendo. Perché? Forse perché siamo dolcemente complicate e fieramente cacazzi ma anche perché ci sentiamo in dovere di essere come gli altri ci vogliono, ci paragoniamo all'attrice, all'amica o a qualche top model inarrivabile e graziata dal dna. A volte, molto più semplicemente, ci lasciamo influenzare e giudicare sommariamente dai tipi suddetti, le creature elementari di cui sopra, dai, avete capito, quelli del calcetto.
Una volta finita l'età delle barbie, delle salopette e delle mollettine ecco che siamo in preda al turbinio degli ormoni e niente è più come prima. Nervosismi che Vittorio Sgarbi che discute di Eco mostri ci spiccia casa, depressioni che Emily Dickinson era pazza e solare a confronto, stati euforici che manco i personaggi del fantabosco alternati a malinconie potenti da oceani di lacrime. E anno dopo anno, crescendo e diventato sempre più donne, viene tutto routinizzato, cioè, col tempo, finisci per sapere che questo crimine che ti sta salendo è perché facendo due calcoli sei in premestruo, tutto ok, non strangolerò questa anziana signora che mi è passata avanti alla cassa. Però ecco, gli ormoni vanno calcolati nell'essere donna, perché sì, siamo dolcemente complicate e fieramente cacacazzi ma spesso abbiamo solo il ciclo.
Noi donne siamo le più grosse vittime di luoghi comuni ( lo so che questo post è un tripudio di luoghi comuni ma voi fate finta di no) siamo più vittime di luoghi comuni del popolo italiano pizzamandolino, siamo più vittime dei carabinieri e delle barzellette su di loro, più vittime della gente di colore col ritmo nel sangue e più vittime delle mezze stagioni e del nuoto che è uno sport completo.
Donna al volante pericolo costante: Conosco uomini con suv da 50.000 euro che se li incroci in una strada stretta non mettono una gomma fuori dall'asfalto neanche a morire, io con la mia panda devo arrivare al bordo del fossato e andare avanti. Conosco uomini che prima di ammettere di non saper parcheggiare ammetterebbero amanti, doppie famiglie e passione per il decoupage. Io parcheggio ovunque, anche negli spazi più improbabili; é semplice, un colpo davanti un colpo indietro e via.Ah, per non parlare del luogo comune sull'igiene nelle macchine delle donne.
E che ne pensiamo di "Donne e motori gioie e dolori"? Che cazzo vorrebbe dire? Che non si trovano i ricambi facilmente se noi donne ci rompiamo? Che abbiamo bisogno di manutenzione? O forse si riferisce a quelle tipe nude che vedo avvitate intorno alle pile di pneumatici nei calendari del mio meccanico.
Chi dice donna dice danno. In che senso? Danni materiali? Siamo sbadate e goffe e spacchiamo tutto? Oppure che portiamo quelli su del calcetto alla rovina psicologica e fisica? Beh, qualcosa dove pure scalfirli dico io.
"Fragilità, il tuo nome è donna" senti Shakespeare ne riparliamo quando tu hai fatto uscire una cosa grossa come un tacchino del ringraziamento da un buco grosso come un albicocca, ok? E magari ci mettiamo anche una ventina di ore di travaglio e tanti di quei punti che dal benzinaio ci prendi un set di teli da mare OK?
Essere donna è complicato ma è meglio. Siamo piene di responsabilità e piene di compiti appioppatici preventivamente, è vero, ma siamo anche dolcemente complicate e fieramente cacacazzi e questo ci rende forti e piene di risorse. Non esorterò nessuna alla solidarietà femminile o a fregarsene del proprio aspetto e nemmeno a odiare i maschi puzzoni gnegnegne, piuttosto vi dirò: imparate ad accettarvi e a volervi bene, a darvi da fare se non vi piacete, a non piangervi addosso se qualcosa va storto, imparate ad ascoltare le altre donne, allenatevi a prendere tutto (o quasi tutto) con ironia, anche le peggiori sfighe, fate vostra l'antica arte del convertire il rosicume in uno stimolo, se il vostro carattere vi sembra l'ostacolo per dei rapporti che vorreste, imparate a smussare gli angoli che non vi piacciono. Imparate a rendere bello quello che vi circonda e partite dal vedere una bellezza assurda in quello che siete, con tutto l'ambaradan che ne consegue, ormoni pazzi, insicurezze, sbattimenti, lacrime ed euforie, siete donne, credetemi è già tanta roba.
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