Ed é quello che é successo a me con una commentatrice acuta ed attenta dei miei post (e non solo dei miei, dato che mi é capitato spesso di leggere dei suoi commenti in altri blogs che normalmente visito).
I suoi commenti sono sempre molto profondi, sintomatici di una personalità riflessiva ed intelligente (del resto lei é una mia collega del Foro di Cagliari, anche se le nostre rispettive specializzazioni ed i diversi orari di frequentazione del Palazzo non ci avevano permesso in passato di avere un rapporto diretto).
Per Pasqua abbiamo deciso di incontrarci e di scambiarci gli auguri personalmente. Ci siamo dati appuntamento vicino a casa di mamma perché quella mattina avevo un impegno con lei; eppoi volevo che lei conoscesse anche gli altri miei cari. E’ stato un incontro bello, emozionante ed interessante.
Ho scoperto così che Ely (questo é il nome con cui firma i suoi commenti, anche se io l’ho ribattezzata “L’Angelo del blog”) é anche una notevole artista.
Infatti per hobby dipinge; insomma é una pittrice. Poi fa dei dolci tanto belli da vedere, quanto buoni da mangiare.
Mi ha confidato di essere depositaria di alcune ricette che nella sua città (la terza città sarda per grandezza ed importanza) vengono segretamente tramandate di generazione in generazione.
In particolare, sapendo che i dolci di mandorla sono i miei preferiti, nel cestino di dolci con cui mi ha voluto omaggiare, eccellevano gli amaretti, is gueffus, le margherite, is pinzolleddusu; troneggiava la superba confezione una pecorella, anch’essa fatta di pasta di mandorle, con un sonaglietto dorato al collo e una composizione gigante di pasta di piricchittusu. Completava la confezione unu “panixeddu de saba”, anch’esso dolce tipico pasquale della nostra Sardegna che in campo gastronomico, ed particolare, nell’arte dolciaria, ha saputo conservare e migliorare la tecnica tradizionale importata dagli Spagnoli secoli orsono.
Inutile dire che questi dolci hanno allietato la mia tavola pasquale e delizizato il palato dei convenuti al tradizionale paranzo di Pasqua.
E sono pronto a scommettere che qualcuno é ancora convinto che la realtà virtuale non esiste.