26 AGOSTO – Ha aperto i battenti nel 2012 lo spazio espositivo di Dolomiti Contemporanee nell’abitato di Casso (Pordenone) ed ogni anno ha saputo riproporsi al pubblico e al mondo dell’arte contemporanea come un format vincente di laboratorio creativo ed artistico, rigorosamente gratuito. L’edificio che ospita permanentemente la mostra è l’ex-scuola del paese che, dopo la catastrofe del Vajont nel 1963, non era più stata aperta. Dopo mezzo secolo il curatore Gianluca D’Inca Levis ha deciso di recuperarla e farne un centro per la cultura contemporanea della montagna, inserendolo all’interno del progetto Dolomiti Contemporanee: laboratorio di arti visive in ambiente. Oltre allo spazio di Casso, sono stati recuperati e aperti altri otto spazi nelle Dolomiti: fabbriche abbandonate, complessi industriali inutilizzati, elementi chiusi ed “artificiali” inseriti all’interno del contesto naturale delle Dolomiti, patrimonio Unesco, che hanno riacquistato vita e valore grazie alla concreta forza propulsiva dell’arte contemporanea.
La conferma della riuscita del progetto museale di D’Inca Levis è confermata non solo dall’affluenza di visitatori – cultori di arte contemporanea e numerosi turisti che d’estate visitano il caratteristico abitato di Casso – ma anche dalla presenza di notevoli personaggi di spicco come Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi (attesi a fine agosto), nonché Marc Augé, il noto antropologo francese, che è stato ospite nel paese durante il weekend di ferragosto per intervenire il 17 a Forni di Sopra all’incontro L’uomo è il territorio: antropologia dei luoghi, dove ha trattato temi legati al paesaggio contemporaneo e al ruolo dell’uomo all’interno ed in relazione ad esso.
Martina Napolitano
Articoli Collegati:
- Omaggio al fotografo Luigi Ghirri alla Triennale di Milano
- Arte Fiera Art First. Bologna: ancora una volta centro dell’arte…
- Brudstock: il festival hippy del Pordenonese
- Un’estate con il MAMbo