Sorrowis knowledge: they who know the mostControtali cure, nessun mezzo giova più dell'evocare, almeno per le orepiù tristi e buie dell'anima, la solenne leggerezza di Orazio, e deldire a se stessi con lui
Mustmourn the deepest o'er the fatl truth,
Thetree of knowledge is not that of life¹.
quidæternis minoremSicuramentecomunque la leggerezza o la melanconia di ogni grado sono meglio diuna fuga e di una diserzione romantiche, di un riavvicinamento alCristianesimo in una qualsiasi forma: poiché con esso, nell'attualestato della conoscenza, non si può più assolutamente aver a chefare senza insozzare irrimediabilmente e senza abbandonare di frontea sé e agli altri la propria coscienza intellettuale.Quei dolori possono essere veramente penosi, ma senza dolori non sipuò diventare una guida e un educatore dell'umanità; e guai a coluiche volesse tentare ciò e non avesse più quella pura coscienza!».
consiliisanimum fatigas?
Curnon sub alta vel platano vel hacpinujacentes²
FriedrichNietzsche, Umano, troppo umano,Adelphi, Milano 1979. Versione di Sossio Giametta.
¹«Afflizione è la conoscenza: coloro che più di tutti conoscono,devono più profondamente di tutti soffrire per questa veritàfatale: l'albero della conoscenza non è quello della vita». Cfr.Byron, Manfredi, I, i.² «Ache tormenti un animo troppo piccolo con disegni eterni? Perché nonci sdraiamo sotto l'alto platano o sotto questo pino?». Cfr. Orazio,Odi, II, 11, 11-14.
Credo che questa lettura nietzschiana sarebbe piaciuta a Christopher Hitchens. Forse, nonostante la bellezza dei versi, avrebbe avuto qualcosa da dire circa l'ultimo della terzina byroniana, giacché avrebbe, credo, replicato che l'albero della conoscenza è, fortissimamente è, parte dell'albero della vita.
Inoltre, mi sembra doveroso segnalare il post commovente di Giovanni Fontana e la conversazione di questi quattro brillanti signori, tra i quali ce n'è uno che fuma sorseggiando scotch.