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Domanda a risposta multipla – di N. Losito

Creato il 07 gennaio 2015 da Nictrecinque42 @LositoNicola

ErmellinoCurioso

Ermellino curioso

Innanzi tutto, giungano a chi ha la pazienza di seguire il mio blog (e anche a chi mi segue saltuariamente) i miei più sentiti auguri di un 2015 pieno di successi professionali e di vivere ogni giorno del nuovo anno in buona salute, accompagnato dall’affetto dei propri famigliari e amici.

Dopo la lunga pausa di fine anno, ricominciano i nostri incontri settimanali con un post apparentemente frivolo, ma che potrà piacere (o non piacere) a chi manifesta (o nasconde) delle velleità letterarie. Pongo una semplice domanda a cui mi piacerebbe che qualcuno rispondesse e a cui io stesso non mi sottrarrò.

Cosa desidera maggiormente chi ha pubblicato un libro?

Vi do un aiutino, elencando quattro risposte che tutti gli scrittori hanno in mente ma che si vergognano di esternare al mondo…

La prima è: “Vendere una vagonata di copie del libro e diventare milionario”.

La seconda è: “Scoprire un passaparola virale su Internet che convinca centinaia di milioni di webnauti a comprare una copia del libro. Alzi la mano chi non spera in una botta di culo come quello della scrittrice (si fa per dire…) Erica Leonard (E.L. James) che ha sfornato i tre “capolavori” di 50 sfumature di maialate…

La terza è: “Una presentazione con intervista da Fazio in TV”. Questo showman superpagato, con la sua faccia da falso amicone, per ogni intervista “marchettara” nel suo programma su Rai 3, assicura allo scrittore 300.000 copie vendute, minimo, del libro.

La quarta, forse la più eccitante fra le possibili risposte che si nascondono nell’animo di uno scrittore, è: “Raggiungere la fama in vita”, cioè ricevere il premio Nobel della letteratura e, subito dopo, buttare via carta e penna per godersi la vita sfruttando l’assegno milionario allegato al prestigioso riconoscimento dell’accademia svedese. Naturalmente ciò deve avvenire prima che l’Alzheimer bussi con prepotenza alla porta…

Ce ne sarebbero parecchie altre di risposte che gli scrittori vorrebbero dare, ma che per un certo qual pudore, non osano rivelare in giro. Tutte, più o meno, ribadiscono lo stesso arido concetto: arricchirsi dopo avere pubblicato un libro.

Come risponde, se interrogato, un qualsiasi scrittore per fare una bella figura?

  1. Desideravo mettere sulla carta le mie esperienze personali, unicamente per soddisfare un mio imprescindibile desiderio di approfondimento critico su me stesso, senza pensare che il mio vissuto potesse interessare altri da me.
  2. Ho sempre scritto sin da quando ero bambino e mai avrei pensato che il mio pensiero scritto potesse diventare un libro e mai ho desiderato che il frutto del mio ingegno uscisse dal cassetto della scrivania e fosse subito accettato da un casa editrice importante come la Mondadori (tanto per citarne una a caso…). Ho pubblicato il libro solo dopo pressanti insistenze di parenti, amici… e del mio agente letterario.
  3. Ammetto di essere consapevole delle mie capacità e mi diverto tantissimo a scrivere, ma mai ho sperato di diventare un maître à penser: cioè una importante guida in grado di orientare e influenzare la società con i miei scritti. Insomma lungi da me pensare di surclassare Umberto Eco.
  4. ….

Potete riempire a piacimento, basandovi su vostre esperienze personali i punti 4, 5, 6, eccetera, cioè segnalando altre (false) risposte che potrebbe dare uno scrittore per giustificare il suo successo o per sperare di ottenerlo.

Per quel che mi riguarda, (eh già, perché anch’io mi reputo uno scrittore…) queste sono le mie due semplici risposte alla domanda iniziale:

  • Essere letto da pochi ma genuini lettori. Vendere il libro a vagonate non  è ciò che m’interessa: sto bene di famiglia e godo di una pensione decente, ottenuta lavorando sodo per più di quarant’anni.
  • Essere recensito da chi ha letto il libro fino all’ultima pagina. Non sopporto le critiche di quei redattori che, su quotidiani e riviste, tengono una rubrica periodica sui libri. Costoro (quasi tutti scrittori mancati) odiano i libri e chi li ha scritti. Raramente leggono i libri che recensiscono, di solito sfogliano qualche pagina e scopiazzano la quarta di copertina. La recensione critica, inoltre, deve essere sincera e non una marchetta alla Fazio. Ecco, infatti, come un redattore vede i libri che deve recensire:

Peso sulla testa

…un gran peso sul cranio!

Una recensione critica che mi è molto piaciuta è quella fatta da Stravagaria e che potete leggere cliccando sia sul nome dell’autrice sia su questo link.

Avendo io acquistato 10 copie in cartaceo di “Io e Agata” da regalare a Natale ai parenti più prossimi, alcune settimane fa Amazon mi ha scritto che, se lo desideravo, potevo auto-recensirmi. Di primo acchito pensavo di rifiutare, invece poi ho accettato l’invito. Di seguito potete leggere ciò che ho scritto in Rete sul sito di Amazon Italia:

NuovaCopertinaAgata1

Cara Amazon,
grazie per avermi dato l’opportunità di recensire il mio ultimo libro, ma credimi, è come chiedere a una mamma se il suo bambino è bello o brutto.
Lei risponderà nell’unico modo che ci si aspetta.
Bene, io voglio essere onesto al massimo e dirò solo questo:
Scrivere e revisionare "Io e Agata" ha tenuto impegnata la mia mente per sei lunghi anni, mi ha fatto spesso soffrire e, a volte, sorridere, ma non mi ha mai annoiato. Chiunque lo leggerà, indipendentemente dal giudizio che poi ne darà, di sicuro arriverà fino in fondo al libro per sapere come finisce la vicenda. Io credevo nel personaggio di Agata: l’ho amato dalla prima volta che si è materializzato davanti ai miei occhi.
Agata esiste nella realtà e forse, se un giorno lei stessa leggerà questo libro che le ho dedicato, dopo avermi tirato le orecchie come si fa con i bambini discoli, mi regalerà una schietta risata e mi offrirà un bicchiere di buon vino.
Tutto qui.
Cordiali saluti e ancora grazie.
Nicola Losito

 


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