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Domande da farsi sugli Aironi

Creato il 25 novembre 2011 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Domande da farsi sugli Aironi“Che senso ha la partita perduta dagli Aironi a Cardiff per 38-0? Ma che senso ha? Che senso ha spedire Riccardo Bocchino in Eccellenza per far giocare con il n.10 “questo” Oliver? Che senso ha lasciare in panchina Quartaroli e Matteo Pratichetti per dare la possibilità a un certo Sinoti Sinoti di rovinare quel poco di buono che si potrebbe individuare, magari usando una lente di ingrandimento, in una serata da cancellare? (…)
Nessuna di queste domande trova risposta in questa – ennesima – sconfitta dei Volatili del Po, sempre più sulla via dell’estinzione come risultano essere i veri aironi dalle parti del grande fiume. (…)
Si discute sulla decisione della FIR di ridurre da 5 a 3 il numero degli stranieri nelle cosiddette franchigie in RaboDirect Pro12. Ebbene, nel caso degli Aironi, sarebbe giusto scendere il più in fretta possibile a zero. (…)
In tempi di crisi economica al rugby italiano sta riuscendo un miracolo : resuscitare la Cassa per il Mezzogiorno al di sopra della Linea Gotica”.

Così Alessandro Fusco sul suo blog. Ora, qualcuno potrebbe anche dire che il bravo Alessandro si stia togliendo qualche sassolino dalle scarpe dopo il giochetto che due anni abbondanti fa ha prima dato e poi tolto alla sua Roma una franchigia celtica (anche se prima a uscire e poi a rientrare nei giochi fu Treviso). Io non penso per nulla che sia così, ma se anche fosse quelle domande rimangono lì, pesanti come un macigno e purtroppo senza risposta. Sassolini o meno Alessandro ha ragione.
Dal Veneto nelle ore immediatamente successive alla partita di Cardiff Stefano Il Nero tirava qualche somma dalle pagine del suo blog:

“In Celtic League, o Pro12 come si chiama da quest’anno, in entrambe le stagioni  gli Aironi hanno giocato fino ad oggi una trentina di partite vincendone due, neanche una fuori casa. Hanno racimolato complessivamente 359 punti subendone quasi 800, hanno realizzato 31 mete e ne hanno prese una ottantina. Detengono ovviamente il record di sconfitte consecutive (17) e la presenza di spettatori agli ultimi match nello stadio di casa, lo Zaffanella, è più bassa di quella che aveva il Rugby Viadana quando militava in Eccellenza (Super10). Gli Aironi vanno di diritto in Heineken Cup dove hanno giocato fino ad oggi 8 partite vincendone 1. Nella coppa europea le statistiche dicono che hanno realizzato 80 punti e ne hanno presi 293, realizzato 4 mete e subite 41″.

Finora tutti ci si diceva che la franchigia era nata in pochissimo tempo, che il fatto di non avere una storia e una tradizione pesava, che i paragoni con Treviso sono forzati e non stanno in piedi, viste le due diverse storie. Vero, verissimo. Però a Viadana non si cresce più da un po’. I giocatori sembrano (sembrano, ripeto) spenti, o comunque non hanno quella voglia di spaccare il mondo e dimostrare a tutti che non sono una squadra-materasso. Il giocattolo Aironi sta subendo una involuzione: prima c’erano le sconfitte onorevoli, ora più nemmeno quelle. Farsi qualche domanda è lecito. Un anno fa il cambio tra Bernini e Phillips in panchina aveva dato una scossa alla squadra, che era cresciuta molto. Quest’anno è partita bene, ma si è via via spenta.
Perché? Momento passeggero? E’ quello che si spera, ma – come dicevo prima – Viadana non è Treviso. La storia e la tradizione che si respirano alla Ghirada fanno da rete e impediscono in qualche modo certe situazioni, o comunque ne attutiscono i colpi. In riva al Po non è così. Il rischio che si sprofondi c’è. Gli Aironi devono dare un colpo d’ala, e che non sia effimero. Forza Aironi!

LEGGI QUI TUTTO L’ARTICOLO DI ALESSANDRO FUSCO
LEGGI QUI TUTTO L’ARTICOLO DI STEFANO IL NERO 


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