Ultimo saluto a Milano per il Dottor Magi
Salve a tutti!
Questa non è certo una notizia tipica per questo mio blog. Ciononostante trovo doveroso, seppure a qualche giorno dalla sua scomparsa, dare la notizia della scomparsa di un luminare dell’ortopedia, non solo in Italia ma anche al di fuori dei confini del nostro Belpaese. Se n’è infatti andato, qualche giorno fa, a Londra, il Dottor Magi, per anni anima dell’Ospedale Morelli di Sondalo.
Nativo di Parma, ha dedicato tutta la propria vita a diffondere il proprio sapere tra i propri colleghi più giovani ma anche esportandolo in paesi poveri quali Somalia e Madagascar. Nel nosocomio sondalino, presso il quale è stato per vent’anni primario del reparto di Ortopedia ha portato la propria tecnica operatoria e utilizzando, tra i primi in Italia, la tecnica operatoria dell’artroscopia che ha rivoluzionato l’ambito della chirurgia ortopedica del ginocchio.
Tra i pazienti del compianto dottor Max Magi ricordiamo anche il grande regista italiano Federico Fellini che il dottor Magi aveva operato e che con lui ha mantenuto sempre rapporti di amicizia profonda. Con lui se ne va un grande luminare della medicina ortopedica ma anche e soprattutto un grande uomo.
Domattina, alle ore 11.00, alla Parrocchia San Gregorio Magno di Milano, si celebrerà una cerimonia di addio per salutare per l’ultima volta il dottor Magi, la cui scomparsa, avvenuta all’età di 78 anni, lascia un immenso vuoto nel mondo medico e in tutti coloro che lo hanno conosciuto e ne hanno potuto apprezzare le doti umane e professionali.
A proposito di ricordi da parte di quanti lo hanno conosciuto e potuto annoverare tra i propri amici qui di seguito potete leggere il ricordo di Giovanni Bertani:
Giovanni Bertani, autore de Il Grisbì edito da Edizioni Forme Libere, un romanzo noir dove l’amicizia regna sovrana, nonostante il precipitare degli eventi, raggiunto dalla notizia che l’amico Max era prima in serie condizioni di vita e poi ha terminato il suo percorso terreno, condivide queste poche righe con chi lo ha conosciuto per poterlo ricordare insieme.
Storie convergenti ma anche divergenti quelle che hanno unito per un arco di 50 anni la vita di questi scrittori, entrambi nati a Parma ma che si sono conosciuti in Africa.
Se l’amore per il mare li ha portati a girare il mondo ed a scoprire i colori degli abitanti degli abissi ed a condividere laddove possibile le loro esperienza, Giovanni e Max, entrambi liberi professionisti seppure in settori differenti hanno avuto entrambi il loro esordio letterario lo scorso anno.
Max Magi infatti ha scritto Undulna nella primavera del 2015 per Minerva Edizioni laddove Il Grisbì di Giovanni Bertani è uscito nel mese di luglio, e per uno strano gioco del destino Max che ha lasciato Parma ancora ragazzo ha scelto proprio la città natia per la prima presentazione del proprio libro, mentre Giovanni che tuttora vi abita ha scelto l’Isola d’Elba e la prima edizione dell’Elba Book Festival: un luogo di mare.
Sabato 19 marzo verrà celebrata una commemorazione a Milano per Max ma Giovanni che Max chiamava “bengala” non potrà parteciparvi, impegnato nella presentazione del suo libro.
Allora con queste righe e questo strano intreccio tra mare, libri, ed amicizia lascio le parole a Giovanni per il suo personale commiato all’amico Max Magi, che qui ricorda non per le sue qualità di chirurgo ortopedico ma per la sua umanità, per la sua amicizia e per il comune interesse per la cultura.
UNDULNA DI MASSIMO MAGI
Massimo Magi è sceso dall’aereo, è salito sull’autobus e lì ha perduto conoscenza. È caduto all’indietro e non si è più risvegliato, è andato più lontano ancora. Essere fatti di carne, sangue e nervi vuol dire esistere oltre le contumelie del tempo, gli oltraggi della fortuna e così è per lui, ora come allora.
La testimonianza ultima è stato il suo libro, un’autobiografia intitolata Undulna (Ed. Minerva 2015), dal nome della sua prima barca. Una serie di aneddoti su un mondo che in parte se ne è andato con lui e che ha avuto la lungimiranza di lasciarci. Scorrendo tra quelle storie sembra di leggere un testo di antropologia e di attraversare un’esistenza vissuta come un oggetto raro e prezioso.
Per chi ha conosciuto Max sa che è così che sono andate le cose per lui. Si è detto e scritto su di lui in questi giorni e ciò che ne emerge è che la sua essenza di uomo consiste nel fatto che quanto ti ci trovavi di fronte capivi di aver trovato un’anima indomita, che ti faceva desiderare di essere migliori, che valeva la pena provarci, per quanto la strada potesse essere dura.
Quando lavorava all’Ospedale di Bormio e Sondalo lo andavo spesso a trovare, adoravo quella casa di fianco all’Adda che quando alla sera si scambiavano due parole con un sigaro in bocca si ascoltava il mormorio del fiume che scorreva tranquillo. Nella sua casa c’era sempre il pensiero di essere in un luogo diverso da quello in cui ti trovavi effettivamente. Sarà stato per i ricordi che provenivano da ogni parte del mondo, per la collezione di riviste di viaggio, per le storie che raccontava.
Anche quando andavo a trovarlo in qualche posto esotico assistevo allo stesso paradosso, ma al contrario. Ho una foto che ci ritrae sulla spiaggia di un’isola lontana che reggiamo un’enorme bandiera italiana, siamo tutti e due abbronzati e sembriamo felici.
Non sopportava gli incontri eccessivamente mondani, se non per periodi limitati di tempo. Alla presentazione del suo libro sembrava frettoloso e imbarazzato di trovarsi davanti a tutta quella gente, ma è stato generoso con tutti al limite della sopportazione. Per indole non comprendeva la burocrazia e sapeva che non poteva cambiare il mondo, ma aveva una bellissima e struggente innocenza e ci provava ugualmente, perché comunque ne valeva la pena.
Può andare tranquillo perché il mondo che ha lasciato è migliorato anche grazie a lui. Più lontano ancora, senza fermarsi, sembra che ci dica.
In perpetuum, frater, ave atque vale.
Di lui ci resterà inoltre il libro da lui scritto lo scorso anno intitolato “Undulna. Una vita fra avventura e medicina” edito dalla casa editrice Minerva di Bologna e inserito nella collana Ritratti.
Grazie a tutte e tutti voi per l’attenzione e la pazienza e arrivederci alla prossima occasione!
Buona serata, buonanotte e, come sempre, Buona lettura, magari proprio in compagnia del libro del dottor Max Magi intitolato “Undulna. Una vita fra avventura e medicina“!
Con simpatia! :)