CREMONA Siamo stati cacciati dalla testa del corteo di sabato 24 gennaio da un gruppo di 150-200 persone che con un'azione squadrista ci hanno mandati via e hanno iniziato una guerriglia urbana che niente aveva a che vedere con il nostro antifascismo violento. E' la ricostruzione del deputato Franco Bordo, di Sel, che con un'interrogazione parlamentare chiede al ministro degli Interni Alfano quali azioni saranno attuate per identificare gli autori e i favoreggiatori di questi comportamenti violenti. Se il Parlamento richiede tempi non brevi, domani il consiglio comunale sarà interamente dedicato al corteo di solidarietà a Emilio Visigalli, ancora all'ospedale ma in lentissimo miglioramento. E' ancora intubato, respira mediante apparecchiature sanitarie tuttavia potrebbe parlare: non può farlo in seguito a un'operazione alla mandibola. Il cinquantenne, che fa parte del centro sociale Dordoni, risponde agli stimoli e dà segnali di una graduale ripresa, per quanto ancora gravi restino le sue condizioni dopo lo scontro di via Mantova, fra neofascisti e lo stesso Dordoni. Si alza in questi giorni la voce di chi si era messo a camminare nel corteo con intenzioni pacifiche. Circolano foto e immagini che mostrano com'era iniziata la manifestazione in via Mantova, senza alcun problema d'ordine pubblico. Domani il sindaco Galimberti pronuncerà una comunicazione condivisa con la maggioranza di centrosinistra: Alessandro Fanti della Lega e Ferruccio Giovetti di Forza Italia proporranno di chiudere subito i centri sociali Kavarna e Dordoni e di censurare Galimberti che dovrebbe quindi dimettersi. Il capogruppo di Fare nuova la città Rodolfo Bona, lista del sindaco, chiederà di riaprire il Comitato per lo sviluppo della democrazia, fondato sull'eredità della Resistenza. Bona domanda poi di non rinnovare il contratto d'affitto con i due centri sociali cremonesi, che mai si sono dissociati da chi, armato di bastone, s'è improvvisamente messo in testa al corteo.
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Centro sociale Dordoni