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Domani all'alba (di Brendan DuBois)

Creato il 10 marzo 2011 da Mcnab75
Domani all'alba (di Brendan DuBois)

Domani all'alba, di Brendan DuBois, è uno dei migliori romanzi distopici che ho letto negli ultimi anni. Lo recensii tempo fa, ma ero giovane e stolto, perciò non vale la pena riproporre quell'articolo. Tuttavia, ora che il romanzo è acquistabile in edizione pocket Piemme a meno di 5 euro, vale la pena segnalarlo di nuovo.

Questa la sinossi:

 

È dura passare la notte in tempo di guerra. Cè la stanchezza, la fame e il buio, in cui si annidano i mostri. E Samuel Simpson, giovane reporter canadese in missione per conto dell’ONU, ha sempre avuto paura dei mostri, fin da bambino. Soprattutto ora che il mondo sembra impazzito.

 

Gli Stati Uniti, così come tutti sono abituati a conoscerli, non esistono più. Sono un paese occupato, presidiato dalle truppe delle Nazioni Unite. È iniziato tutto con un attacco terroristico, poi è scoppiato il caos. Il petrolio ha cominciato a scarseggiare, i camion non sono più riusciti a circolare, il cibo è stato razionato. È arrivata la recessione, la criminalità. La gente si è armata per difendere i pochi beni rimasti. Città contro città, americani contro americani. Milizie, posti di blocco, e infine l’intervento dell’ONU.

 

Ecco perché Samuel si trova nel bel mezzo dello stato di New York, armato fino ai denti, insieme agli altri membri del suo drappello. Vengono da ogni parte del mondo, sono stati in Bosnia, Ruanda, Liberia e ora tocca agli Stati Uniti, il paese che fino a pochi anni prima veniva considerato uno dei posti più sicuri al mondo. Sono in missione di pace: hanno una settimana per localizzare il fantomatico sito A, un luogo in cui pare si sia svolto un atroce crimine di massa. Altrimenti un gruppo di terroristi tenuti prigionieri all’Aja verrà rilasciato e tutte le speranze di giustizia verranno distrutte.

 

Il romanzo è duro, senza balordaggini patriottiche, senza un'eccessiva pendanteria per quel che riguarda armi e mezzi. DuBois ci va giù col piccone, i suoi personaggi sono credibili, con più debolezze che pregi, calati in un contesto tanto realistico quanto distopico. Questo mix rende il romanzo amaro e al contempo godibile. Le riflessioni sociopolitiche fanno da corollario a una storia che comunque intrattiene e, perché no?, un po' spaventa.

Okay, una balcanizzazione degli Stati Uniti sembra proprio fantascientifica. Eppure proprio in questi giorni l'Africa settentrionale è in fiamme. Chi l'avrebbe mai detto fino a un paio di settimane fa? A questo punto è lecito cancellare la parola impossibile dai vocabolari, e magari sostituirla con la meno rassicurante improbabile.

 

Mi chiedo perché, a fronte di questo prima ottima prova sul mercato italiano, nessuna casa editrice abbia comprato i diritti di altri libri di DuBois. Che tra l'altro è un autore più che prolifico, avendo pubblicato ben 15 romanzi di successo.

Magari anche il genere fantapolitico/distopico viene considerato troppo complesso per i lettori italiani. Forse sarebbe ora di iniziare a chiederci se è poi davvero così, o se fa comodo agli editori pensarci stupidi e rifilarci la solita robetta.


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