Magazine Africa

Domani domenica tutti al voto anche ad Haiti Povertà violenze e repressione lo scenario

Creato il 24 ottobre 2015 da Marianna06

AFP4400906_Articolo

“Tutti si preparino per andare a votare. Le elezioni si faranno”: l’esortazione del primo ministro Evans Paul agli haitiani giunge dopo giorni di alta tensione e violenze, con un bilancio di almeno 15 morti nella bidonville di Cité Soleil, a Port-au-Prince, senza che sia stato trovato sinora un colpevole certo.

Un episodio che riflette lo stato di insicurezza, caos e impunità che accompagneranno sei milioni di aventi diritto alle urne per il primo turno delle presidenziali, il secondo delle legislative e le amministrative: era dall’arrivo al potere del popolare cantante Michel Martelly, nel maggio 2011, che ad Haiti non si organizzavano elezioni.

Martelly non può ripresentarsi e ad ambire alla sua poltrona sono addirittura in 54, uomini e donne, un numero mai registrato nella storia del travagliato paese caraibico.

Ma la campagna non ha destato interesse e l’astensione rischia, ancora una volta, di essere elevata, per la sfiducia dilagante in una classe politica che non riesce a proporre alternative di governo né nuovi modelli di sviluppo per il paese più povero delle Americhe.

Gli scarsi sondaggi lasciano emergere disinteresse e pessimismo a fronte della mancanza di programmi concreti e, ad aggravare lo scenario, il primo turno delle legislative, lo scorso 9 agosto, è stato segnato da violenze e irregolarità – e da un’affluenza di appena il 18% - al tal punto che occorrerà ripeterlo in una circoscrizione su quattro.

Per il momento la situazione sul territorio nazionale è di calma apparente ma sta di fatto che difficilmente ad Haiti gli appuntamenti elettorali si sono svolti in modo tranquillo e trasparente.

La rappresentante speciale delle Nazioni Unite, Sandra Honoré, ha auspicato lo svolgimento di un processo elettorale equo in un clima disteso, definendolo “la condizione sine qua non per Haiti di continuare ad avanzare sulla via della stabilizzazione, della governance democratica, del rinforzamento dello stato di diritto e dello sviluppo socioeconomico” in un paese in cui, stando al Cia Factbook, la povertà colpisce almeno il 60% degli oltre 10 milioni di abitanti.

                a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog