Allora, da dove cominciamo? Ah! Si! In mattinata mi son dato da fare. Ho chiamato Sole e Robby, con loro abbiamo deciso di vederci per il dopo pranzo, tanto per fare economia, visto che la benzina sta a livelli mai visti!
Uscire in moto sta diventando, da troppo tempo, un lusso da ricconi, con l’unica differenza che ad essere ricchi son sempre gli altri,… Quelli che i soldi se li mettono in tasca!
Comunque sia, alle 14.00 ci siamo incontrati tutti, Giuseppe, Diana, Robby, Loredana ed io. Voglia di andare in moto tantissima, e la giornata prometteva davvero bene, a parte un caldo anomalo per il periodo.
Infatti il termometro indicava i 27 gradi, decisamente al di sopra della media.
Non sapendo cosa fare di preciso abbiamo lasciato fare al destino, dando solo un piccolo spazio all’iniziativa decidendo di fare la Tiburtina, poi sarebbe stato ciò che è stato, e la scelta ci ha premiato.
Certo vedere Robby con la sua nuova GS fa una certa impressione, abituati come eravamo a vederlo in sella alla sua Ducati, fa un po’ strano trovarlo incassato sulla tedesca, che detto fra parentesi per quanto alta, gli crea delle difficoltà di adattamento quando ci sbatte la gamba destra sul gruppo termico destro.
Ci farà il callo, per il momento è segnato da lividi ed escoriazioni. Porta pazienza caro Robby, tu pensa sempre che quello destro è il gruppo termico sfalzato e te lo ritrovi un pochino rivolto verso te, d’altra parte niente è perfetto, ricordati quando ti cuocevi le “palle alla coque” sulla Ducati!
Partiti dalla stazione di servizio ci dirigiamo verso la Tiburtina via G.R.A. Si nota subito che Robby è più veloce del solito a bordo della sua nuova cavalcatura, e questo non lo noto solo io, anche Sole è di questo avviso, lo commenterà più tardi a Tagliacozzo durante una sosta gelatino (il primo della stagione, almeno per me).
Chi non conosce la Tiburtina? Fatta e rifatta tante di quelle volte che la posso seguire a mente per svariati chilometri, è parecchio noiosa (e anche pericolosa) nel tratto urbano che porta a Tivoli, ma passato l’autovelox che si trova appena dopo l’abitato, si apre un mondo davvero bello.
Curve e contro curve fanno da altalena al paesaggio che diventa sempre di più montano, infatti passando per Tufo l’aspetto è quello che potrebbe essere visto anche nel Friuli, tanto per fare un esempio.
A farci compagnia per il tratto Tufo – Tagliacozzo un CBR 600 rosso7nero guidato da un Vero Pilotone, che per farsi bello davanti alla ragazza (rigorosamente a fondo schiena seminudo e tatuato) ci ha voluto umiliare (per ben due volte).
Ci ha davvero stupito, piloti così sono da contrapporre a Valentino Rossi,… velocità stratosferiche sul dritto e curve leccate a velocità Si Piaggio Variatore sella lunga e raggi in lega del 1982 ci hanno dato delle vere lezioni di guida e come non rimanere estasiati, tant’è lo vorrei incontrare nuovamente per farmi spiegare i trucchi di cotanto manico motociclistico!
Le risate che ci siamo fatti a Tagliacozzo hanno riecheggiato per tutto il piazzale, tant’è che i nonnini seduti alle panche ci hanno osservato con grande curiosità cercando loro stessi di capire quale potesse essere il motivo di tale ilarità.
Meglio consolarsi con un gelato per smaltire la vergogna di essere stati così facilmente sverniciati, che onta, che vergogna, meglio leccarsi un po’ di crema (di gelato) al primo bar disponibile!
Mi devo riprendere, sono ancora sotto choc!
A turbare l’idillio delle nostre comuni leccate di gelato è stato il frastuono di alcune moto Ducati che con il loro tipico rumorino da motore sbiellato e tintinnante sono arrivate in altrettanta compagnia di giap smarmittate.
Questi però, a differenza del primo incontrato sul tratto Tufo – Tagliacozzo, sembravano davvero dei Veri Motociclisti. Gli “intutati”, con un aspetto fiero e guerriero hanno dato ad intendere a tutti che non vi era “pane per nessuno”, sgasate, tintinnii di campane frizione, rombo di tuono di scarico ducatista e atteggiamenti da VIP da Moto GP sono stati il biglietto da visita per tutto il piazzale ed hanno suscitato la nostra ammirazione e stupore!
Certo che, essere sverniciati due volte nello stesso pomeriggio e la seconda volta persino mentre si era seduti al bar leccare dei gelati come dei vecchi bavosi, è troppo pure per noi che veniamo dal paesello in cerca di un po’ di quella pace che dal lunedì al venerdì ci viene negata perché schiavi del lavoro!
Davanti a tanto strapotere di cavalleria ruggente, denti digrignati con fiero sguardo intimidatorio, scarichi fumanti e gomme bruciate, mi è venuta voglia di prendere il GS e di parcheggiarlo dentro il secchio della immondizia,… eh! Ma la prossima volta non mi fregano, vengo anche io in tuta di pelle e fo’ anche io un paio di buchi allo scarico,… e poi vedremo!
Ma, ora che ci penso, devo affittare una moto seria, vabbè mi faccio prestare la Ducati di Robby
Hahahahahahaha
Dopo essere stati così umiliati, persino mentre intenti a leccare un cucchiaino di gelato, ho avuto un’idea per “cambiare aria” e trovare quella Pax Romana tanto auspicata,…
L’idea è stata quella di allungare il nostro giro verso Isola del Liri. Questo luogo è a me molto caro, perché ricorda tempi molto lontani, ma anche tempi in cui uscire in Moto voleva dire cosa assai diverse da quelle che sono tanto in voga oggi.
Significava, molto sinteticamente, cercare di condividere qualcosa di costruttivo con colui che venendo a spasso con te condivideva una passione che certo non era pisciare in culo al prossimo.
Erano i tempi in cui le amicizie non si contavano sulle convenienze di turno, erano i tempi in cui per essere apprezzati non c’era bisogno di primeggiare per forza in qualcosa o peggio farlo pesare a qualcuno, erano i tempi in cui si usciva in moto per il gusto di farlo e veniva naturale a tutti rispettare anche chi, per suoi umani limiti, aveva le sue difficoltà.
Erano i tempi in cui il gruppo, non era un branco, e non faceva cose da branco, e fortunatamente questa gente anche se è dispersa un po’ ovunque in Italia, quando ancora si riunisce si riconosce ancora in quei dimenticati valori.
Eh! Già,… non si viveva di immagine, ecco perché Isola del Liri mi ricorda come tanti altri posti ove sono stato le tante persone che hanno portato la Magia, quella vera, nelle nostre uscite in Moto.
Purtroppo, tornando a noi, vista la distanza e tenuto conto del tempo a disposizione per arrivarci, la scelta non è stata tra le più felici, infatti la superstrada si è dimostrata alquanto monotona, me ne scuso con Robby che voleva fare altre due “curvette pennellate”.
Isola del Liri è stata la nostra ultima tappa, siamo stati a prendere l’ennesimo caffè, scattato le ultime pose di Sole il “Grilletto Fotografico Facile”, ammirata la piccola cascata e l’annesso castello, solite cose che fanno i turisti occasionali, e riso un po’ del fatto che la moto di Giuseppe sparisce (eppure piccola non è) accanto i nostri panzer teutonici,…
La “moto di Chicco”,…
Eppoi ancora Casilina, due curve per rincasare, un po di panorama al calar del sole, ‘na pisciatina a Colleferro e ai pratoni del Vivaro un velocissimo saluto con la mano, per salutarsi ed augurarsi un felice rientro a casa.
Alla fin fine una uscita semplice, solo trecento km, passati in allegria, respirando un po’ di quella aria primaverile che ci dice che la buona stagione per la Moto sta arrivando.
Ma i Motociclisti che fine hanno fatto?
Finis. Sic transit gloriae mundi.