Domenica 2 luglio 1972

Creato il 02 luglio 2011 da Cbneas1968

NAZIONALE
11,00 Dalla Chiesa di S. Marco in Agro Laurentino (Roma)
SANTA MESSA
Ripresa televisiva di Don Carlo Baima
12,00 DOMENICA ORE 12
a cura di Angelo Gaiotti
Regia di Roberto Capanna
12,30 - 13,30 A - COME AGRICOLTURA
Settimanale a cura di Roberto Bencivenga
Coordinamento di Roberto Sbaffi
Presenta Ornella Caccia
Regia di Giampaolo Taddeini
pomeriggio sportivo
17,15 EUROVISIONE
Collegamento tra le reti televisive europee
FRANCIA: St Brieuc
CICLISMO: TOUR DE FRANCE
Arrivo della prima tappa: Angers - St. Brieuc
Telecronista Adriano De Zan
la TV dei ragazzi
18,15 IL TESORO DEL CASTELLO SENZA NOME
La grande paura
Con Beatrice Marsillac, Philippe Normand, Marc Di Napoli, Jean- Louis Blum, François Mel
Regia di Pierre Gaspard-Huit
Prod.: Art et Cinéma
18,40 LUPO DE' LUPIS
in
- Le buone intenzioni
- Il famoso benefattore
- Il burrone degli innamorati

Cartoni animati di William Hanna e Joseph Barbera
pomeriggio alla TV
GONG (Safeguard - Succhi di frutta Go')
19,00 LA PARTITA
Conversazione gioco
a cura di Luciano Rispoli
e di Paolini e Silvestri
Scenografia di Laura Quadrelli
Regia di Piero Panza
ribalta accesa
19,50 TELEGIORNALE SPORT
TIC - TAC (Venus Cosmetici - Birra Splugen - Aceto Cirio - I Dixan)
SEGNALE ORARIO
CRONACHE DEI PARTITI
ARCOBALENO 1 (Olio Sasso - Pepsodent - Amaro Ramazzotti)
CHE TEMPO FA
ARCOBALENO 2 (Nutella Ferrero - Gruppo Industriale Ignis)
20,30 TELEGIORNALE
Edizione della sera
Direttore Willy De Luca
CAROSELLO
(1) San Pellegrino - (2) Chicco Artsana - (3) Gran Pavesi - (4) Aperitivo Cynar - (5) Neocid Florale
I cortometraggi sono stati realizzati da: 1) CEP - 2) O.C.P. - 3) Studio Marco Biassoni - 4) Cinetelevisione - 5) Jet Film
21,00 IL MARCHESE DI ROCCAVERDINA
di Luigi Capuana
Sceneggiatura di Tullio Pinelli
Con Domenico Modugno, Marisa Belli, Goodwin Bucci, Carlo Sposito, Tuccio Musumeci, Achille Millo, Regina Bianchi, Lina Polito
Scene di Nicola Rubertelli
Costumi di Guido Cozzolino
Regia di Edmo Fenoglio
(Il Marchese di Roccaverdina è pubblicato da Garzanti Editore)
DOREMI' (Gerber Baby Foods - Carne Montana - Birra Peroni - BP Italiana)
22,05 PROSSIMAMENTE
Programmi per sette sere
22,15 LA DOMENICA SPORTIVA
Cronache filmate e commenti sui principali avvenimenti della giornata.
Edizione estiva
condotta da Guido Oddo
BREAK 2 (Kambusa Bonomelli - Lama Gillette Platinum Plus)
23,00 TELEGIORNALE
Edizione della notte
CHE TEMPO FA
SECONDO
pomeriggio sportivo
18,00 SERVIZIO SPECIALE SULLA GARA AUTOMOBILISTICA TRENTO - BONDONE
18,15 Firenze: ATLETICA LEGGERA
ITALIA - CUBA
Telecronisti Giorgio Bonacina e Paolo Rosi
TRASMISSIONI IN LINGUA TEDESCA
PER LA ZONA DI BOLZANO
SENDER BOZEN
SENDUNG IN DEUTSCHER SPRACHE
19,30 COLOMBA
Fernsehfilm nach einer Novelle von Prosper Merimée
Das Geschenk
Regie: Nathan Jariv
Verleih: Bavaria
19,55 G'SCHICHTEN AUS DEM THEATER AN DER WIEN
Operette in Gold
Mit Karl Paryla, Walter Jansen, Margit Schramm, Ferry Gruber, Peter Vogel und Peter Wehle
Regie: Fred Kraus
Verleih: Hillgruber
20,40 - 21,00 TAGESSCHAU
21,00 SEGNALE ORARIO
TELEGIORNALE DEL SECONDO PROGRAMMA
INTERMEZZO (Campari Soda - Atkinson - Cineprese Kodak XL - Tonno Nostromo - Pappa Diet-Erba - Shampoo Mira)
21,15 FINALMENTE DOMENICA
Spettacolo settimanale
coordinato da Maurizio Costanzo
condotto da Pino Caruso
Scene di Duccio Paganini
Regia di Carla Ragionieri
DOREMI' (Insetticida Getto - Texaco)
22,15 BOOMERANG
Ricerca in due sere
condotta da Geno Pampaloni e Luigi Pedrazzi
a cura di Alberto Luna
Regia di Luciano Pinelli
Seconda serata
23,15 PROSSIMAMENTE
Programmi per sette sere
TSI - SVIZZERA
18,30 TELEGIORNALE 1a edizione
18,35 TELERAMA
Settimanale del Telegiornale
19,00 LA LOTTA DELL'UOMO PER LA SUA SOPRAVVIVENZA
Documentario di Roberto e Renzo Rossellini junior
(A COLORI)
20,00 DOMENICA SPORT
Primi risultati
20,05 TELEGIORNALE 2a edizione
20,10 PIACERI DELLA MUSICA
Un Trio di Ludwig Van Beethoven
(A COLORI)
20,40 LA PAROLA DEL SIGNORE
20,50 SETTE GIORNI
21,20 TELEGIORNALE Edizione principale
21,35 LA SAGA DEI FORSYTE
dal romanzo di J. Galsworthy
Regia di David Giles
22,45 HURRAH
Varietà della TV norvegese presentato al Concorso Rose d'Or di Montreux 1971
(A COLORI)
23,25 LA DOMENICA SPORTIVA
23,55 TELEGIORNALE 4a edizione
KOPER - CAPODISTRIA
20,45 L'ANGOLINO DEI RAGAZZI
GLI ANTENATI
Cartoni animati di William Hanna e Joseph Barbera
Il secondo viaggio
(A COLORI)
21,10 ZIG - ZAG
(A COLORI)
21,15 INCONTRO ALLE STELLE
Il meglio del Circo Internazionale
(A COLORI)
21,35 HIGH CHAPARRAL (Ai confini dell'Arizona)
Telefilm con Leif Erickson, Cameron Mitchell, Mark Slade e Linda Cristal
Destinazione Tucson
(A COLORI)
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Ricominciamo a respirare il sapore di lontane estati televisive, quando veniva dato spazio alle esigenze della gente (sia di lavoro che di divertimento) e l'apparecchio veniva acceso con discrezione, complice anche una programmazione giornaliera che in genere non superava le 6 ore (come dimenticare le annunciatrici che invitavano ad abbassare il volume per non disturbare la quiete delle strade, dovendo tenere giocoforza le finestre aperte ? Davvero altri tempi che agli under 35 non diranno certo alcunchè...).
Il teleutente capiva che era arrivata l'estate quando, l'ultima domenica di giugno o al massimo la prima di luglio, lo schema del palinsesto RAI cambiava faccia. In vacanza la fascia meridiana, il TG delle 13,30 e quello del pomeriggio, così come le rubriche della fascia denominata - almeno fino al 1° dicembre del '73 - Ritorno a casa: arrivederci a fine settembre - inizio ottobre (solo nel '70 si tentò di far riprendere la fascia meridiana, seppur ridotta, la prima domenica di settembre, ma fu un esperimento fallimentare) ! Inoltre, spostamento dei programmi per i ragazzi alle 18,15, cioè quando i più giovani, dopo ore e ore di mare e/o di giochi, sicuramente erano meglio disposti a godere dei programmi pensati per loro (molte repliche, certo, ma non solo quelle, anche grazie all'inserimento di trasmissioni dal sapore estivo), anche per un'ora e mezza.
Il nostro viaggio nei programmi TV della prima domenica del luglio 1972 (prima giornata di palinsesto vacanziero, appunto) prende le mosse proprio dall'appuntamento per i ragazzi, certamente molto più breve che nel resto della settimana, ma c'è un motivo che vi spiegheremo fra poco.
Per intanto volge al termine una serie di telefilm incominciata nel mese di maggio, all'insegna della grande avventura: Il tesoro del castello senza nome , di produzione francofona (Belgio, Francia e Canada - Québec). Il titolo evoca la misteriosa
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dell'azione, un vecchio e sperduto maniero sito nel versante belga delle Ardenne. Il titolo originale è Les Galapiats, mentre tutti ricordano il trascinante e orecchiabile tema musicale della sigla (cantato alla fine da un coro di voci bianche), scritto - come apprendiamo da Wikipedia - da Roger Mores. Rivediamo i titoli di testa, attraverso i quali possiamo scorgere i volti dei sette ragazzi impegnati, con la scusa di una banale caccia al tesoro, a scoprire quanto di più importante e inquietante è custodito nel succitato maniero:


Da alcuni mesi (e comunque con una dozzina d'anni di ritardo rispetto al suo esordio ufficiale negli States) è ospite dei teleschermi italiani l'ennesimo personaggio creato dallo studio di William Hanna e Joseph Barbera, i primi cartoonist ad aver intuito sin dall'inizio la potenza della televisione nel loro mondo, quello dei disegni animati, producendone parecchi in esclusiva per il piccolo schermo: Lupo de' Lupis (in inglese Loopy de Loop), un personaggio che ha sulla carta la prerogativa di essere buono e disponibile, ma che purtroppo soccombe continuamente in quanto, essendo un lupo, è vittima del pregiudizio generale che non esita a definirlo alla stregua di bestia feroce e cattiva. Abbiamo trovato due dei tre episodi che andarono in onda quella lontana domenica di 39 anni fa: il primo, Il famoso benefattore, è disponibile in rete in lingua originale e ciò ci permette di ascoltare l'attore Daws Butler (il preferito degli Hanna & Barbera Studios, tra l'altro un cattolico fervente), il quale modella un accento tipico dei canadesi francofoni quando vogliono parlare inglese:

Per Il burrone degli innamorati, invece, ci affidiamo al doppiaggio italiano, maledicendo la brutta abitudine di modernizzare le colonne (soprattutto dei cartoni animati, appunto) e quindi di cancellare (o almeno non rendere più facilmente disponibili) le voci storiche, care a noi ex - bambini del tempo. Pertanto, non siamo in grado di ascoltare l'indimenticabile Oreste Lionello (che aveva dato a Lupo de' Lupis un'inflessione anglo-francese volutamente confusa nell'espressione italiana), bensì il pur bravo (e purtroppo anch'egli scomparso) Roberto Del Giudice:

Alle 19 in punto, anche se il campionato di calcio è in vacanza (e le amichevoli che ci saranno in agosto saranno, secondo costume del periodo, per lo più contro squadrette di serie D o Promozione), c'è comunque La partita, una partita particolare in cui, anzichè tirare calci a un pallone, si discute e si risponde a domande sulla scienza e sulla tecnica, con un arbitro molto garbato, il signor Luciano Rispoli di Cosenza, alcuni filmati esplicativi (anche piccole inchieste svolte tra gli uomini della strada sul tema della settimana) e anche una serie di ospiti, siano essi addetti ai lavori o appassionati. Per esempio, quel 2 luglio 1972, come dice il Radiocorriere TV (le immagini sono disperse: almeno fino a qualche anno fa era disponibile in Mediateca solo il vidigrafo della puntata de La partita del 17 settembre. Non sappiamo se oggi si possa trovare qualcosa in più), l'argomento è il mare, visto comunque in chiave scientifico - medico - tecnologica. In studio sono presenti, oltre ai due concorrenti, Mario Valli, comandante che assieme a due compagni fece la traversata dell'Oceano Pacifico a bordo di un gommone in soli 70 giorni, la Dottoressa Businco, pediatra, il Prof. D'Ambrosio, istruttore del CONI, il quale spiega i vari metodi di salvataggio, il docente universitario Giorgio Fini, esperto di idrobiologia, e due illustri personaggi che da sempre coltivano l'hobby della pesca subacquea: il commediografo Ghigo De Chiara e il grandissimo cantautore Sergio Endrigo (da recuperare, senza dubbio).
Anche la giovanissima TV Capodistria regala quel giorno al proprio pubblico più giovane un capolavoro di Hanna e Barbera: le simpaticissime, esilaranti avventure de Gli antenati, ossia The Flintstones, lanciati da noi nel 1963, quattro anni dopo il loro esordio americano, e ancor oggi molto amati e apprezzati proprio per la vivacità delle storie che, come tutti sanno, presentano un'Età della Pietra con le comodità e i problemi del Novecento. Chi non conosce la canzoncina della sigla ?

Torniamo alla RAI per registrare una singolare novità: anche la pubblicità, in luglio e agosto, diventa più discreta proprio a partire dal 1972. Di conseguenza i comunicati si riducono di molto (specialmente Gong, Tic-Tac e Arcobaleno), mantenendo solo Carosello e Intermezzo la durata consueta, per un totale di 26 minuti e 20 secondi complessivi al giorno (anche qui diciamo, non senza troppa retorica: "Bei tempi !").

Dopo Carosello, essendo domenica, l'appuntamento di prima serata del Nazionale è riservato, come quasi sempre avviene, al romanzo sceneggiato. Un classico della letteratura italiana verista, l'opera della maturità del siciliano Luigi Capuana, Il Marchese di Roccaverdina, viene ridotto e adattato dalla TV da Tullio Pinelli ed Edmo Fenoglio, con un protagonista d'eccezione, un Domenico Modugno che non dimentica che il suo sogno di gioventù, più che cantare, era recitare (e tutte le volte che lo ha fatto si è sempre comportato egregiamente... altro che le generose quanto scadenti improvvisazioni dei tanti non attori di oggi). Non abbiamo le immagini di quella puntata, ma le sostituiamo con la lettura di un intero capitolo, atto a riguardare la parte più importante dell'episodio in onda, ossia l'incontro tra il marchese, che è in grossa crisi con Agrippina, e Zòsima:

Quella domenica andando, cosa insolita, dalla zia baronessa senza che fosse mandato a chiamare, il marchese ebbe la sorpresa di trovarvi la signorina Mugnos accompagnata dalla sorella minore e dalla serva.
Riconosciuta costei nell'anticamera, dove don Carmelo le dava spiegazioni, a modo suo, intorno a certi ritratti di antichi personaggi dei Lagomorto, appesi ai due lati della stanza sopra le cassapanche strette e lunghe con spalliere ornate dello stemma gentilizio rozzamente dipinto, il marchese aveva subito indovinato chi si trovava dalla zia. E suo primo movimento era stato quello di tornare addietro; per timidezza, come ai tempi ormai lontani in cui non aveva osato di fare alla giovinetta un'aperta dichiarazione; e anche per vergogna di trovarsi ora faccia a faccia con lei che già sapeva le intenzioni della zia baronessa e, forse, pure le riluttanze di lui, non essendo la prudenza una delle principali virtù della vecchia signora.
Ma don Carmelo era corso ad annunciare alla padrona:
"C'è il marchese!".
E per alcuni istanti anche la baronessa si era trovata in imbarazzo.
"Si parlava della mal'annata", ella riprese. "Si può parlar d'altro? La povera gente muore di fame. È uno strazio!"
"Dicono che il governo manderà dei soccorsi", fece il marchese.
"E queste cucine... come le chiamano?"
"Economiche. Distribuiranno, per pochi soldi o gratis, minestre di riso e pane. Al Municipio sono in faccende per metterle su."
Tacquero.
La signorina Zòsima, la maggiore delle Mugnos, non aveva detto una parola e non aveva alzato gli occhi.
La minore avea continuato ad andare attorno pel camerone, osservando minutamente i vecchi mobili e i quadri, dopo aver risposto con un inchino al saluto del marchese quando era entrato.
Così egli, trovandosi ora a lato della baronessa e di faccia a colei che era stata la sua breve passione giovanile, si sentiva su le spine; e non sapendo come riattaccare la conversazione, si arrabbiava internamente contro la zia che non gli veniva in aiuto e che pareva lo facesse a posta, per costringerlo a parlare.
Ah! Era molto cangiata la Mugnos.
E il viso pallido, con quei capelli castagni pettinati all'antica, semplicemente, con quel fazzoletto di seta scuro che glielo contornava, e col vestito quasi nero, semplicissimo anch'esso, mostrava più anni che ella non avesse in realtà.
Qualche cosa però della primitiva grazia sussisteva tuttavia nei lineamenti, nell'espressione; qualche cosa di soave, di gentile, di signorile, quantunque la modesta decenza dell'abito lasciasse scorgere la triste condizione in cui la famiglia era caduta per colpa del padre.
Costui aveva voluto vivere sempre da signore, senza far niente, indebitandosi, vendendo a uno a uno i fondi, le case, i canoni, tutto, pei vizii della gola e del giuoco. Era morto all'improvviso, a tavola; e, dalla mattina alla sera, la sua famiglia s'era vista sprofondare in un abisso.
Metà della scarsa dote della vedova, strappata a stento alle rapaci mani dei creditori accorsi subito, come corvi, faceva vivere miseramente lei e le figlie. Tutte e tre lavoravano, nascondendosi per pudore, di cucito, di ricamo o filando lino (così correva voce) fino a tarda notte, chiuse in casa come monache, uscendo soltanto le domeniche per la messa cantata o per qualche rarissima visita. E si intristivano in quelle stanze quasi nude, dormendo su pagliaricci perché avevano dovuto vendere fin la lana delle materassa, orgogliose però di non chiedere niente a nessuno; la mamma, invocando silenziosamente la morte che si era dimenticata di venire a prendersela, e paventando nello stesso tempo, ma soltanto per quelle due angeliche creature, che essa venisse; le figlie, rassegnate a tutto e non lamentandosi mai.
Queste cose, parte egli le aveva sapute dalla baronessa; parte, da don Aquilante che, come avvocato, aveva dovuto rimediare per loro parecchi brutti affari, servendole con premura di amico, disinteressatamente. E la baronessa, dicendogli, l'altra volta: "Faresti la tua felicità e anche un'opera buona", accennava appunto a tali circostanze, che ella, evitando di offendere la dignitosa verecondia delle tre donne e con diversi delicati pretesti, si era sempre ingegnata di raddolcire.
Il marchese intanto, durante quei momenti di silenzio, si sentiva invadere da un impeto improvviso. La voce della coscienza gli suggeriva:
"Se tu lasci passare quest'occasione, se tu non parli ora, non si darà più il caso, mai più! E non potrai rimediare!".
Questa voce era la conseguenza di quel che aveva pensato e fantasticato nei giorni avanti, quando avea fin temuto di vedersi di nuovo in balìa dei rinascenti stimoli che gli facevano rimpiangere il passato, quasi la creduta fattura di Agrippina Solmo tornasse a oprargli addosso.
Era anche la conseguenza della decisione da lui presa di far vita nuova, con intendimenti nuovi; di mescolarsi con gli altri, di agire insieme con gli altri, di non rimanere più oltre un'ombra, un nome, come aveva fatto fin allora.
Il cugino diceva benissimo:
"Il paradiso è quaggiù, se sappiamo godercelo!".
E, ora, il marchese voleva goderselo, largamente; convinto ormai che appena morti si è morti per sempre. Non se ne sa niente di certo, per lo meno; e poteva darsi, in ogni caso, che nel mondo di là fossero più di manica larga dei confessori di quaggiù.
In quanto a Neli Casaccio... Soccorrendone sotto mano, per mezzo di mamma Grazia, la famiglia, il marchese si era già messo l'animo in pace.
E poiché si trovava là, di faccia alla signorina Mugnos che non osava di guardarlo; e poiché sentiva l'impulso di non lasciarsi sfuggire l'occasione, e il cuore gli predicava: "O ora, o il caso non si darà più, mai più!", egli cercava una parola, una frase con cui riprendere il discorso, quando la baronessa ruppe il silenzio:
"Ebbene? Non vi dite niente? Come se non vi foste mai conosciuti!".
"Zòsima!", esclamò il marchese. "Permettetemi di chiamarvi così, come anni fa... Ricordate?"
La signorina Mugnos alzò gli occhi, e un dolente sorriso le fiorì su le labbra; ma si spense subito.
La baronessa allora si rizzò da sedere con la scusa di mostrare all'altra sorella certi oggetti curiosi, conservati in una cassetta del cantonale davanti a cui quella si era fermata.
Rimasti soli, Zòsima e lui, il marchese esitò un istante. L'atto della zia baronessa gli aveva fatto smarrire il filo delle idee, ed egli cercava di rintracciarlo.
"Ricordate?", poi replicò.
"Non ho mai dimenticato!"
"E nel cuore non avete niente, proprio niente, contro di me?"
"Che mi avete fatto di male?"
"Ho fatto molto male a voi e me; ora lo comprendo. E... se fosse possibile..."
"Ormai!", ella rispose con una leggera mossa delle spalle.
"La mia vita, finora, è stata un grande sbaglio, da cima a fondo", continuò il marchese. "Peggio che uno sbaglio, forse!... Ma non sono così vecchio da non poter rimediare."
"Tante cose sono cangiate; io, soprattutto. Mi avreste riconosciuta incontrandomi altrove? Sono parecchi, parecchi anni che non ci troviamo faccia a faccia. Siamo due fantasmi venuti fuori chi sa come!... Non vi pare?"
"Voglio rinunciare al mio isolamento; voglio vivere come gli altri, in mezzo agli altri."
"Fate bene."
"La zia baronessa vi ha parlato qualche volta..."
"La baronessa è buona, e s'illude riguardo a me!"
"In che modo? Perché s'illude?"
"Non so che dire. In questo momento mi par di sognare di star qui, a discorrere insieme."
"E non vi dispiacerebbe di svegliarvi e di accorgervi che avete sognato?"
"Da anni, non mi dispiace più nulla. Voi sapete quel che è avvenuto in casa nostra. Mi sembra ovvio, naturale che le disgrazie si seguano e si somiglino, anzi, che non si somiglino!"
"Bel tempo e cattivo tempo non durano gran tempo! dice il proverbio."
"I proverbi dicono tante cose!"
"Riflettete. Se noi ci fossimo incontrati di nuovo un anno fa, io non vi avrei parlato così; forse avrei evitato di rivolgervi la parola. Ero altro uomo un anno fa!... Ero un bruto! Lasciatemelo dire; lasciatemi arrossire davanti a voi! Oggi, tutto mi sembra congiurare perché ogni cosa si muti per voi e per me. Non sapevo di trovarvi qui. Non credevo che avrei avuto il coraggio di dirvi, e con l'animo con cui ve l'ho detto: ricordate?"
"Mia sorella si volta spesso a guardarmi, meravigliata di vederci discorrere insieme. Quando mi domanderà: "Che cosa ti ha detto?" io non saprò..."
"Rispondetele: "Mi ha detto se voglio fargli l'onore di essere la marchesa di Roccaverdina!"."
"No, marchese! Ormai!... E per tante ragioni. L'onore sarebbe mio; ma, ripensateci!... Ormai!"
"E se insistessi? E se vi dicessi che voi commettereste una cattiva azione, rifiutando di cooperare alla rinnovazione della mia vita? Non chiedo una pronta risposta... Se poi il cuore vi consigliasse di no; se il mio passato v'ispirasse repugnanza - può darsi - non sarebbe giusto che vi sacrificaste. Consultate vostra madre. Darete la risposta alla zia."
Egli si era chinato verso di lei per dirle sommessamente e rapidamente queste ultime parole, tanto era grande il suo stupore di aver potuto parlare a quella maniera, con delicatezza di voce e di forma che ignorava di possedere, e non meno grande il timore che non potesse andar oltre senza riprendere la sua abituale rozzezza.
La baronessa veniva a rioccupare il suo posto.
"Vi siete riconosciuti, finalmente!"
"Un poco", rispose il marchese ridendo.
La signorina Mugnos lo supplicò, con gli occhi, di non tornare sul soggetto della loro conversazione. E, rassicurandola allo stesso modo, egli fu lieto di scorgere una notevole trasformazione in lei, quasi un'istantanea rifioritura di grazia e di giovinezza che le coloriva leggermente la bianca pelle della faccia, le ravvivava le labbra, le accendeva le pupille, e le metteva un dolce tremito nella voce, allorché domandò alla sorella Cristina se non le paresse che la mamma poteva stare in pensiero, vedendole ritardare.
La giovane, accostatasi timidamente, rispose:
"La mamma sa che dopo la messa dovevamo venire qui".
"Tu non conosci mio nipote", le disse la baronessa.
"Era bambina allora", soggiunse il marchese.
"Di vista, sì", fece Cristina. "Me lo ha indicato Zòsima, dalla finestra che dà su lo stradone. Passa spesso, in carrozza."
"Com'è il mondo!", esclamò la baronessa. "Nello stesso paese, nello stesso quartiere - no, veramente voi siete del quartiere di San Paolo; non è in capo al mondo, infine! - e persone amiche non s'incontrano da anni, quasi vivessero separate da grandi distanze!"
"Per noi", disse Cristina, "il mondo è racchiuso tutto nelle quattro mura di casa nostra."
"Anche per me, figlia mia! Ma io sono vecchia e non me n'importa niente."
"Non ce n'importa niente neppure a noi, baronessa", rispose Zòsima. "Siamo abituate... Ormai!"
"Ah, tu con questo "ormai!""
"La zia mi ha tolto di bocca quel che stavo per dire. Perché: "Ormai! Ormai!". Perché?"
"Perché è così!", disse Zòsima tristamente.
Dai seggioloni dov'erano accovacciati, due canini ricominciarono a tossire con rauchi scoppi.
"Senti?", disse la baronessa al marchese. "Tossono da quattro giorni, poveretti! Non si muovono più dalla cuccia."
"Sono vecchi, zia."
"Gli altri due li tengo in camera mia; ho paura che si contagino. Questi bevono appena un po' di latte caldo. Se morissero, nepote mio, sarebbe malaugurio per me!"
"Dicevate la stessa cosa anni fa, quando morirono prima Bella e poi Fifì."
"Senti? Senti? Mi strappano l'anima."
Zòsima lo guardò sorridendo benignamente del gesto della baronessa che aveva portato le mani alle orecchie per non sentire i rauchi scoppi di tosse.
Ed egli andò via con la soave impressione di quel sorriso che gli illuminò il cuore parecchi giorni.

Sul Secondo, invece, spazio all'intrattenimento con una sorta di rotocalco - varietà ideato da Maurizio Costanzo, un magazine in cui grandi umoristi e scrittori brillanti si danno convegno per elaborare alcuni testi semiseri che vengono letti da attori celebri, giornalisti intervistano cantanti famosi, Lino Banfi e Anna Mazzamauro interpretano una breve situation - comedy, lo stesso Costanzo, fuori campo, sperimenta la formula che applicherà appieno molti anni dopo nel programma Stasera amore, intervistando coppie prese dalla vita di tutti i giorni senza cadere troppo nell'indiscreto (la RAI di allora non glielo consente). Cuce il tutto (e cura anche una rubrica di moviola sui tic degli italiani) Pino Caruso. Una curiosità: il programma doveva debuttare nel mese di marzo, in collocazione pomeridiana, ma il diretto sostegno dello stesso Caruso alla campagna del PSI in vista delle elezioni politiche anticipate (le prime della storia repubblicana) ne ha imposto il rinvio a fine maggio. Dalla puntata di quel 2 luglio vi mostriamo Orietta Berti che esegue Stasera ti dico di no, non ammessa per un soffio a Sanremo (e fonte di non poche polemiche) ma ben piazzatasi al Disco per l'Estate:

La Tv di Capodistria, dal proprio canto, manda in onda un telefilm che abbiamo già analizzato in precedenza nel nostro blog, ma che fa sempre piacere rivedere: Ai confini dell'Arizona, alias The High Chaparral, trasmesso negli USA nel 1967 e in Italia due anni dopo. Anzi, quella sera prende il via l'intera serie con il famosissimo episodio - pilota dal titolo Destinazione Tucson, che qui vi offriamo in visione (in lingua originale):





Concludiamo con lo sport: vi saranno stati problemi con l'Eurovisione, o contrasti per la pubblicità alle sigarette (rigorosamente proibita in RAI) presente nelle vetture, o anche pressioni politiche da parte di Flaminio Piccoli, esponente molto in vista della DC del tempo, per mandare in onda (come effettivamente avviene) almeno una sintesi della gara automobilistica Trento - Bondone, non certo d'importanza internazionale, ma è chiaro che il collegamento con Clermont - Ferrand (località che evoca lontane pagine di storia medievale) per la trasmissione del Gran Premio di Francia di Formula Uno (vinto per la cronaca da Jackie Stewart, in barba ad un'ulcera che lo aveva afflitto nell'immediata vigilia, davanti a Emerson Fittipaldi, quest'ultimo comunque saldamente in testa al Mondiale conduttori), annunciato dal Radiocorriere TV nella locandina delle Riprese dirette di avvenimenti agonistici, non viene stabilito. Non rimane che un servizio da trasmettere nel corso de La domenica sportiva, utilizzando la preziosa Evelina (ossia il filmato che TF 1 ha inviato agli altri organismi televisivi europei e che ora vi mostriamo per intero, preceduto da un commento introduttivo in lingua inglese):

Qui finisce il nostro viaggio nella TV del 2 luglio 1972. Prima di salutarci, però, vogliamo salutare e ringraziare l'amico Davide Camera, che ha scritto in rete parole davvero incoraggianti e confortanti a proposito del nostro blog, blog che proseguirà puntualmente nei prossimi giorni, sempre con altre interessanti (ri)scoperte.
A prestissimo ! ! !
CBNeas

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