Domenica 8 settembre nell’ambito della Prima giornata del Benessere promossa e organizzata a scopo benefico dall’Associazione Parinama, il mio intervento “Poesia e Benessere” tenuto in collaborazione con la psicoterapeuta Rita Martani, verterà sul profilo psicologico e poetico della poetessa americana Emily Dickinson.
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Il testo che segue è tratto della minuta di una delle tre lettere che vengono denominate “Master” letters di Emily Dickinson – destinatario sconosciuto, forse mai spedita, datata secondo perizia calligrafica circa 1861. (Lettere 1845 -1886, Einaudi 2006 p. 63)
“Maestro. Se lei vedesse una pallottola colpire un Uccello – e lui le dicesse che non è stato colpito – lei magari sarebbe commosso dalla sua gentilezza, ma certamente dubiterebbe della sua parola – Ancora una goccia dalla ferita che macchia il petto della sua Margherita – allora ci crederebbe? La fede di Tommaso nell’Anatomia era più forte della sua fede nella fede. Mi ha fatta Dio, signore – non mi sarebbe dato di essermi fatta da me stessa. Non so come sia avvenuto – Lui mi ha formato un cuore – Via via è diventato più grande di me – e come una madre piccola – con un figlio grosso – mi sono stancata di tenerlo – Ho sentito parlare di una cosa chiamata “Redenzione” – che ha dato pace a uomini e donne – Si ricorderà che gliel’ho chiesta – ma lei mi diede qualcosa di diverso – Dimenticai la Redenzione (tra i Redenti – a lungo glielo nascosi – ma sapevo che lei mi aveva cambiata – io) e ero stanca – basta – questo straniero mi era diventato così prezioso che se esso e il mio stesso respiro – fossero stati l’Alternativa – di quest’ultimo avrei fatto a meno con un sorriso ”.
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