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Domenica della Santissima Trinità

Creato il 25 maggio 2013 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

26 maggio 2013 Domenica della Santissima Trinità
DOMENICA DELLA SANTISSIMA TRINITA’
Antifona d'Ingresso
Sia benedetto Dio Padre,
e l'unigenito Figlio di Dio, e lo Spirito Santo:
perché grande è il suo amore per noi.
Colletta
Ti glorifichi o Dio, la tua Chiesa, contemplando il mistero della tua sapienza con la quale hai creato e ordinato il mondo; tu che nel Figlio ci hai riconciliati e nello Spirito ci hai santificati fa' che, nella pazienza e nella speranza, possiamo giungere alla piena conoscenza di te che sei amore, verità e vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Pro. 8, 22-31Prima che la terra fosse, già la Sapienza era generata.Dal libro dei Proverbi
Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all'origine.
Dall'eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua;
pri­ma che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull'abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell'abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo».
- Parola di Dio

Salmo Responsoriale Dal Salmo 8
Rit. : O Signore nostro Dio, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell'uomo, perché te ne curi? - Rit.
Davvero l'hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi. - Rit.
Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari. - Rit.


Seconda Lettura Rm 5, 1-5Andiamo a Dio per mezzo di Cristo, nella carità diffusa in noi dallo Spirito.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l'accesso a que­sta grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. - Parola di Dio Vangelo Gv 16, 12-15Tutto quello che il Padre possiede è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve l'annunzierà
Dal vangelo secondo Giovanni In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». - Parola del Signore
RIFLESSIONI

  • Stasera ci fermiamo sul Vangelo e in modo particolare su tre punti:
1- La dichiarazione di Gesù in un complesso di verità che ancora non sono rese accessibili all’uomo; si tratta di una verità che ci supera. Da cosa dipende questo mistero che ci supera? Può essere che sia l’ignoranza responsabile di chi non pensa e non riflette. Oggi vediamo forte il rischio di non porsi domande essenziali, di non fermarsi a comprendere il senso della vita.
2- C’è poi un punto ostico e apparentemente insuperabile che è quello della croce del Signore. Umanamente parlando noi non siamo in grado di accogliere il mistero nascosto di questo evento. Dio ci ama, tuttavia permette che suo figlio sia rifiutato non soltanto in un momento della storia, ma nella continuità del tempo. Questa è una sostanziale difficoltà che riguarda tutti noi, che riguarda l’uomo che pone la sua riuscita in risultati immediati e visibili. Gesù nel suo Vangelo fa riferimento all’insuperabilità della croce come passaggio di vita. C’è accanto a questo una incomprensione dovuta alla dispersione, alla non riflessione, al non guardare alla vita nella sua essenza.
3- La resistenza al mistero si rivela come qualcosa che ci pesa addosso, che ci paralizza ed è il peccato.
  • Rispetto a queste tre forme, a questi tre punti
  1. la difficoltà della superficialità
  2. la difficoltà della croce
  3. il cuore frenato e rattrappito su se stesso
qual’ è la nostra posizione personale, sociale, di cultura e mentalità? È importante per noi ritrovare la forma della nostra incomprensione. L’invito è quello
  • di ascoltare la Parola, la sua rivelazione;
  • di essere discepoli che ascoltano, che fanno attenzione non solo alla scrittura, ma anche alla vita nelle sue varie forme;
  • di discernere quali espressioni dell’umano oggi ci rivelano parte di questo mistero nella vita.
Gesù dice che verrà, che manderà il suo Spirito attraverso il quale ci è aperto l’accesso al mistero. Lo Spirito di verità ci porterà la piena comprensione del mistero. Lo Spirito ci aiuta a capire la Parola, gli avvenimenti, le vicende e ci aiuta ad affrontare con coraggio le avversità e le oscurità della vita. Tutto questo ci invita a cercare la verità della fede e della vita con lo Spirito del Signore. Chiediamoci:
  • che spazio ha l’attenzione allo Spirito nella nostra ricerca?
  • siamo persone in ricerca?
  • che spazio ha l’invocazione allo Spirito nel nostro appoggiarsi a Lui?
  • cosa facciamo quando sorgono certi interrogativi su noi stessi, sulle situazioni, sulle persone che conosciamo?
  • cerchiamo di capire partendo da che cosa?
  • lo Spirito è il nostro maestro interiore: noi siamo discepoli interiori?
  • a chi affidiamo la nostra ricerca? alla televisione, all’idea corrente, alla cultura dominante?
Queste fonti non sono da rifiutare, ma da affrontare in un orizzonte più ampio, quello dello Spirito. Al cristiano non è precluso l’interesse della ricerca in qualsiasi campo, il problema è cogliere e avere chiaro l’orizzonte in cui inserire ogni forma di espressione umana, dall’arte al mondo degli affetti, ai rapporti, alla politica e al servizio. Gesù ci pone una domanda:
  • qual’ è il contesto in cui vivo la mia vita, il servizio, la famiglia?
E se l’orizzonte non è lo Spirito ci troviamo divisi, chiusi dentro un qualcosa che non è in grado di illuminare il tutto della vita. L’invito è quello di far leva sulla forza dello Spirito e della sua presenza. Lo spirito parla, e parla anche personalmente, con la sua luce e si accompagna alla Parola, agli avvenimenti, alle vicende per scuoterci e per sostenere il nostro cammino. In ogni tempo, se siamo attenti, ci accorgiamo che non tutto va alla deriva, ma c’è anche in atto nel tempo e nella storia una positività invisibile e al tempo stesso visibile. Non diamo per scontato che il Spirito non parli a noi, lo Spirito parla a tutti in forme diverse più o meno potenti, più o meno evidenti, ma reali. La prima lettura ci mostra Dio che fa tutto attraverso la sua sapienza. Nello schema indicato, il guadagno più grande è quello di interpretare il mistero del Padre che si esprime nel Figlio e si dona attraverso lo Spirito. Il richiamo alla Trinità non è qualcosa di puro concetto, ma l’azione in atto. Il mondo è l’espressione della sorgente misteriosa che è il Padre che si mostra nel Figlio e dal Figlio, a sua somiglianza, nell’uomo grazie allo Spirito. La Trinità allora non è un concetto astratto, ma una compagnia, una presenza, una parola densa, reale e creativa. Chiediamoci:
  • noi abbiamo una qualche o simile esperienza del mistero del Padre, della sua sapienza, della sua grazia?
Mistero perché non è dominabile, ma presenza reale. Il Vangelo, accostato ad altre letture, ci lascia intravedere la Trinità, l’amore divino reale in grado di cambiare la nostra vita.
  • A chi chiediamo aiuto nelle situazioni della vita?
  • Restiamo chiusi in noi stessi o ci lasciamo istruire?
  • Valorizziamo gli aiuti e le presenze che ci possono venire e che sono il dono della Trinità?
L’intreccio della Trinità, Padre - Figlio - Spirito, ci avvolge e al tempo stesso la Trinità è in noi. Qualche settimana fa abbiamo meditato la presenza di Gesù in noi, di Gesù che verrà ad abitare in noi. Ora il nostro cammino, la nostra ricerca sono in compagnia della Trinità e della sua forma visibile, la chiesa come comunione di persone diverse che si arricchiscono a vicenda. La comunità vuol dire: io dipendo da te e tu dipendi da me; in me e in te si manifesta il Padre, il Figlio e lo Spirito. Non si fugge dalla realtà, ma si vive la profondità di questa presenza infinita. Il Mistero è Dio che si dona e ci dona la forza di fare altrettanto in forma umile, ma reale.
  • Come vivi l’esperienza della comunità?
  • Come vivi i diversi caratteri, le diverse sensibilità, opinioni e culture?
  • Il tutto è assunto nella speranza operata da questa presenza?
  • Come vivi le tensioni personali, le debolezze, il peccato?
Anche il peccato va assunto nella forza divina che dà senso e valore a tutto.
Consideriamo la riflessione che ora verrà letta per ricondurre il tutto ad una linea legata al nostro limite reale.
RIFLESSIONI
Nello sviluppo della storia della salvezza, l’unico Dio si rivela come Trinità: relazione di comunione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito.
Il Padre è mistero inaccessibile, che si rivela attraverso la sua Parola e prende corpo umano in Gesù per l’azione dello Spirito.
Tutto l’essere e l’agire di Gesù è teso a radunare i popoli e fare la chiesa, segno visibile della Comunione Trinitaria dove ogni persona è per l’altro.
Da tutto questo deriva la consapevolezza che la persona umana si realizza nella relazione con l’altro.
Quando viene meno la comunione, tutto va in crisi: persona, famiglia, gruppo, comunità, Chiesa, Nazioni….
  • Il pericolo è quello di considerare il nostro vissuto staccato dalla fede.
Tra noi, per esempio, è facile parlare all’altro delle vicende personali? Affrontarle insieme? Condividerle nel positivo e nel negativo? Siamo tentati di vivere ognuno per proprio conto, ma in fondo siamo tutti nella stessa barca, nello stesso cammino, nelle stesse vicende. Essere chiesa non vuol dire essere bigotti, ma significa condividere gioia, dolore, fatica, difficoltà e aiutarci, avere zelo per l’altro. Spesso invece sono contento se le cose mi vanno bene e non mi importa che l’altro stia invece male. Dalla Trinità deriva come frutto essenziale la nostra comunione senza la quale di fatto c’è la crisi. Uno da solo non può risolvere i suoi problemi e soprattutto non valorizza la forza, la grazia e il pensiero di Dio Padre. C’è una speranza, Lui è all’opera. Domenica della Santissima Trinità

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