That’s Amore. La tua domenica sera a Forte dei Marmi.
Dalle 19.30 l’aperitivo in Versilia è a La Capannina di Franceschi.
Nell’anno in cui ricorre l’85esimo dalla sua inaugurazione, datata agosto 1929, La Capannina di Franceschi si riscopre con la formula “Aperitivo lungo”. Una ricetta già testata più volte nel 2014 che ha riscosso fin ora grandissimo successo, facendone il nuovo happy hour della Versilia.
Riscopri un volto inedito de La Capannina e scopri la serata che coniuga Qualità, stile e divertimento. Una formula vincente col prezzo dei tavoli calcolato sia a persona o sia bottiglia. Fallo sapere a chi vuoi tu con i tasti qui sotto…
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That’s amore. L’aperitivo made in Capannina.
La serata ideata da Davide Campinotti rappresenta il perfetto mix tra Qualità e divertimento. Da un lato c’è il buffet curato da David Romagnoli, lo chef che ha reso quello della Capannina uno dei migliori ristoranti di Forte dei Marmi, dall’altro c’è la grande musica con dj set e il piano bar di Stefano Busà anima storica della Versilia. L’eccellenza continua al bar con i cocktail creati dai migliori bartender della Versilia, in un location di grande valore come la Capannina di Franceschi, lo storico locale della Versilia, la discoteca in attività da più tempo nel mondo.
Storia dell’aperitivo e dell’happy hour.
La storia dell’aperitivo ha radici antichissime. Fin da tempi remoti i popoli erano soliti precedere la cena da una bevanda aromatica, più o meno alcolica, bevuta per stuzzicare l’appetito. Questa finalità è rilevata dall’etimologia stessa della parola “aperitivo”, dal latino “aperire”: aprire, iniziare, cominciare.
L’aperitivo ricopre da sempre anche una “funzione” meno strumentale e più sociale, rappresentando un momento di incontro, un’occasione per socializzare sorseggiando qualcosa di gustoso.
Col passare del tempo alla sola bevanda sono stati abbinati i classici salatini, verdure sott’olio e sott’aceto, pizzette e focaccine e tartine di ogni tipo.
L’aperitivo “alla milanese” diventa un fenomeno nazionale.
Sebbene le origini dell’aperitivo italiano siano a Torino, Milano è la capitale italiana di questo rito. Qui le patatine e “bianchino” (un calice di vino bianco frizzante) prima di cena sono da sempre una tradizione irrinunciabile. Non per nulla viene definita la “Milano da bere“.
L’aperitivo a Milano si è trasformato in un vero e proprio fenomeno di tendenza. Durante il fine settimana e nei giorni feriali, prima di cena i giovani e non, si danno appuntamento nei locali più trendy di Milano per quello che viene chiamato “happy hour“, una tradizione anglosassone debitamente modificata secondo le abitudini italiane.
Oggi in qualunque città d’Italia, dopo il lavoro e le lezioni in università i giovani e meno giovani affollano locali alla moda e piazze all’aperto per sorseggiare cocktail alcolici, accompagnati spesso da stuzzichini che assomigliano a vere e proprie portate. Ci si racconta la giornata, si scherza e si tira tardi, tanto che la cena viene completamente sostituita dall’aperitivo. Naturalmente il rito cambia a seconda della città in cui ci si trova.
L’happy hour.
Se in origine indicava “l’ora felice” (generalmente dalle 18 alle 19) in cui gli alcolici costavano la metà, oggi l’happy hour può durare ben più di un’ora (si va avanti anche fino a tarda serata) ed è accompagnato da pietanze calde e fredde. Accantonate olive e noccioline, si offrono ricchi buffet a base di pizze, focacce, verdure fritte, insalate, ma anche paste fredde e calde. E non è raro che vengano proposti anche sapori esotici abbinati in modo creativo con la cucina italiana.