E' solo una delle tante mattine in cui mi sveglio prima dell'alba e, come spesso accade, i pensieri si affollano in testa. E' un buon momento per ricordare, per ricevere dal passato.
Avevo un sogno che mi accompagnava tanti anni fa, in quel cammino che avevo intrappreso e che sembrava dover essere il mio: creare qualcosa di speciale, costruire una vita felice, appagante e serena, fatta di condivisione e di rispetto. E ce l'ho messa tutta, ho sempre aperto il mio cuore, spesso con ingenuità forse, cercando di crederci anche quando c'erano segnali di tempesta e si faticava a restare a galla.
E quando non ce la facevo mi sentivo fallita.
Ecco, è qui che sbagliavo. Un errore che affonda le radici in tutto quello che mi hanno insegnato fin da bambina: dovevo essere brava. Se qualcosa non andava era perché avevo sbagliato. E giù con i sensi di colpa. Ma cosa significava essere brava? Fare quello che gli altri si aspettavano da me?
E' stato solo quando mi sono stancata di essere brava che i sensi di colpa se ne sono andati.
Un po' di sano egoismo e tanta voglia di rivendicazione hanno fatto sì che il percorso cambiasse, che la vita diventasse mia e non degli altri.
Ricordo quell'alba, una come questa, lontana tanti anni, in cui non ho perso tempo a fare la valigia e mi sono chiusa quel sogno alle spalle, senza niente, senza sapere nè dove nè come.
Ricordo che ho respirato e ho accettato la sfida. E ancora vinco, cadendo e rialzandomi.
Forse le mie domeniche mattina non hanno i rumori e gli odori della mia vicina, forse faccio più errori, forse la mia libertà è diversa....ma è la mia.
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