Il 29° doge 1032-1042
Nel 1032, quando morì l’ex doge Ottone Orseolo, un altro Orseolo, Domenico, aveva avuto l’ardire di autoproclamarsi doge, ma, privo di qualsivoglia consenso, nel giro di 24 ore era stato messo in fuga. Domenico Flabianico risultò poi essere il ventinovesimo doge della repubblica di San Marco, ma ci volle un anno per insediarlo al soglio dogale di sede dopo la successiva deposizione di Pietro Centranigo.
Dopo la successiva deposizione di Pietro Centranigo c’era voluto un anno prima che l’assemblea si accordasse sul nome del nuovo doge. La scelta cadde su Domenico Flabianico, ricco commerciante e tribuno. Nel 1026 il Flabianico era stato fra i capi della rivolta popolare che mandava in esilio il doge Ottone Orseolo. Sullo sfondo di una città concentrata sull’edificazione del proprio sviluppo, il mandato del nuovo doge si delineava chiaramente.
Flabianico, con il pieno consenso popolare, istituisce il Consiglio dei Pregadi (cittadini scelti per dare consiglio ) e abolisce la coreggenza, allargando in questo modo l’area della partecipazione. La riforma di Flabianico però, se da un lato toglie ai Dogi la possibilità di designare un successore e lo limita nei suoi poteri, affiancandoli 2 consiglieri, ponendo così le basi istituzionali che consentiranno alla repubblica di dominare sui commerci e sulle nazioni per diversi secoli a venire, dall’altro finisce col consegnare la città a una ristretta oligarchia. In assenza di guerre da combattere, tutti i suoi 10 anni di dogado si gioca in politica interna e il nuovo ordine istituzionale che si delinea, dà alla città la consapevolezza della propria forza.