“Domenico Miotti”, di Antonella Bellin
ed. Supernova,Venezia, 2010
La ricostruzione della personalità artistica di Domenico Miotti nel panorama della pittura veneta della seconda metà dell’Ottocento è l’obiettivo principale di questo lavoro che intende aggiungere un altro tassello per la conoscenza di quella che viene chiamata la grande stagione verista della pittura veneta.
Domenico Miotti fa parte di quella schiera di artisti, cosiddetti “minori”, rimasti esclusi dall’attenzione della critica e che invece costituiscono una testimonianza importante della varietà d’espressione della scuola veneta della seconda metà dell’Ottocento che fa del colore l’arma per rinnovare tematiche e modi espressivi.
Grazie alla scoperta e allo studio di diverse opere di Miotti assolutamente inedite, presenti in varie collezioni private, è stato possibile andare oltre la ricostruzione della biografia dell’artista per arrivare a scoprire i modi e gli ambienti della sua formazione artistica mettendolo a confronto con altri pittori veneti a lui contemporanei.
Da questo confronto la personalità artistica di Domenico Miotti emerge in modo evidente dimostrando che, quando questo pittore si avvicina all’arte di Favretto o di Milesi, raccontando le storie di fruttivendole,
venditori ambulanti e allegre comari incontrate per le strade e i campielli della città, non lo fa per pura imitazione ma consapevole del suo talento artistico.
Talento che si esprime ad esempio nell’opera intitolata La sagra dove, i colori delle vesti, le decorazioni delle bancarelle e i personaggi stupendamente immortalati nei loro atteggiamenti , inducono l’osservatore a percepire l’opera attraverso tutti i suoi sensi.
Purtroppo, il 12 giugno 1887, mentre l’Esposizione Nazionale Artistica di Venezia mostrava ai Giardini di Castello i suoi capolavori, a soli trentotto anni, moriva il pittore Giacomo Favretto.
Il successo di quella mostra e la scomparsa prematura dell’artista, innescarono una fortissima richiesta dei suoi dipinti e non trovandoli molti commercianti d’arte passarono alla produzione di falsi.
Il libro dedica molta attenzione a questo problema dei falsi, riuscendo a documentare come, dopo la morte di Favretto, commercianti senza scrupoli si rivolsero a Miotti per acquistare i suoi quadri per poi ritoccarli nella firma e venderli come Favretto. Miotti non avrà più la soddisfazione di vedere i suoi quadri esposti, né di sapere, una volta usciti dallo studio, dove andassero a finire.
A lungo andare si avvilì al punto che rifiutò di vendere la sua ultima produzione. Per vivere, si ridusse a dipingere anonime vedutine di Venezia. Lo scoppio della prima guerra mondiale gli tolse anche quella minima fonte di guadagno: moriva nel maggio del 1916, a 78 anni, in una soffitta di Palazzo Bernardo a S. Polo 2184 in uno stato d’incredibile indigenza, dopo aver fatto promettere alla moglie e alla figlia di conservare i suoi quadri come ricordo.
Presentazione a cura di A. Bellin
A.Bellin nasce il 18 giugno 1959 a Venezia dove risiede dalla nascita.
Dopo aver compiuto gli studi classici, consegue nel 1984 la Laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Ca’ Foscari intraprendendo subito la professione di interprete e accompagnatrice turistica. Fonda nel 1988 la Venice Tourist Assistance, ricoprendo la carica di Vice Presidente occupandosi della gestione del personale, di contratti e promozione. Dal 1994 inizia ad approfondire il suo interesse per il patrimonio storico-artistico di Venezia e consegue nel 2000 la licenza di guida turistica autorizzata in inglese e in spagnolo.
L’amore per l’arte la porta ad iscriversi nuovamente all’Università di Ca’ Foscari scegliendo il percorso storico critico per conseguire durante l’anno accademico 2007-2008 la Laurea Specialistica in Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici.
L’obiettivo della tesi intitolata I dipinti di Domenico Miotti nella collezione Torres, era la ricostruzione della personalità artistica di Domenico Miotti, pittore di genere praticamente sconosciuto, all’interno del panorama artistico veneziano della seconda metà dell’Ottocento. L’Ottocento veneto infatti è il campo dove ora concentra i suoi studi per ricostruire le biografie e la carriera artistica di molti pittori considerati minori che sono stati troppo spesso ignorati dalla critica.
Pubblicazioni:
A.Bellin, Domenico Miotti .Un pittore ritrovato, Venezia 2010, ed. Supernova.
A.Bellin, Favretto, Miotti e i falsi dell’antiquario Balboni, in “Corriere del Veneto’’ 16 settembre 2010.
http://www.artericerca.com/artisti_italiani_ottocento/m/schede_m/Miotti%20Domenico%20biografia.htm