Arrivano i primi agghiaccianti dettagli sulla sua prigionia di cinque mesi in Siria, raccontati da Pierre Piccinin, il professore belga di origini italiane rapito insieme con il giornalista. Piccinin definisce la prigionia: «un'odissea terrificante attraverso tutta la Siria». Pierre Piccinin ha anche affermato sul rapporto con i rapitori: «ci trattavano come occidentali, cristiani, con grande disprezzo».
«Certi giorni non ci davano nemmeno da mangiare» racconta Piccinin. Racconta che lui e Quirico sono stati bloccati dalle truppe dell'esercito ribelle esequestrati per due mesi in gran segreto. Piccinin racconta: «Non era sempre lo stesso gruppo che ci teneva prigionieri». Sui sequestratori dice: «molto violenti molto anti-occidentali e islamici anti-cristiani». Lui e Quirico hanno tentato di scappare due volte. Una di queste, dopo due giorni di fuga, sono stati ricatturati e puniti «in maniera molto pesante».
Sul possibile attacco alla Siria Piccinin dice: «È un dovere morale dirlo. Non è il governo di Bashar al-Assad ad avere utilizzato il gas sarin o un altro gas nella periferia di Damasco»