In questo quadro la decisione presa dall’Istituto Don Calabria di uscire dall’attività di formazione professionale rivolta ai ragazzi normo-dotati ha lasciato in molti un senso di delusione perché l’Istituto si trova nella stessa condizione degli altri centri che hanno invece deciso di proseguire l’attività. Ora se è legittimo prendere una decisione del genere e se sono vere le gravi difficoltà in cui versa il settore, è altrettanto vero che nelle stesse condizioni, se non in condizioni peggiori, altri enti hanno deciso di mantenere vivo l’impegno verso le migliaia di ragazzi e ragazze che frequentano un sistema formativo di particolare importanza per la nostra città e la nostra regione. Del resto la recente costruzione del centro di Via San Marco, con attrezzature di primo livello doveva servire esattamente a questo scopo e a tal fine si erano mobilitate le istituzioni. Che nel panorama veronese venga a mancare, per una parte di attività, l’offerta formativa dell’Istituto Don Calabria non è cosa da poco e sarà necessario uno sforzo congiunto del sistema dell’istruzione e della formazione professionale pubblico e privato per garantire ai giovani veronesi il mantenimento di un buon livello di qualità dell’offerta formativa.
Al tempo stesso la Regione Veneto è chiamata ad una seria rivisitazione del suo impegno in un settore strategico per la nostra regione, sia in termini di rioganizzazione di corsi sia in termini di aumento delle risorse disponibili per non correre il rischio che l’abbandono dell’attività finisca per coinvolgere anche altri centri con un danno gravissimo per il sistema formativo veneto.
Il sistema della formazione professionale vede ridursi il finanziamento a fronte della medesima quantità e qualità di attività con la certezzache il sistema non potrà reggere a lungo.
Diversi Enti si pongono la domanda se è ancora possibile svolgere unaattività che realizza inserimenti occupazionali altissimi e con la partecipazione ai corsi di oltre il 10% dei ragazzi/e dopo la terza media, operando con un parametro di finanziamento tra ipiù bassi in Italia.
Altre sono le spese da tagliare, in altri settori, ma sulla formazione delle giovani generazioni il danno è incommensurabile. Si attui una seria razionalizzazione degli enti formativi, sostenendoquei centri professionali radicati col sistema produttivo, con una consolidata capacità di formare per competenze; si semplifichi la macchina burocratica e organizzativa regionale per impiegare la quasi totalità dei fondi a sostegno dell’attività dei centri riducendo tutte le spese accessorie. Di scarsa visione e asfissia muore il nostro tessuto sociale ed economico del nostro territorio. L’impegno del PD sarà quello di garantire a tutti i giovani un adeguato livello di offerta formativa agendo a livello nazionale con provvedimenti di legge e a livello regionale perché sia rivista e
adeguata la legislazione regionale, come richiesto da tempo dalsistema della formazione professionale e dalle organizzazionisindacali, e perché siano messe a disposizione adeguate e più consistenti risorse”.