Non per elefi, folletti, fate o preghiere il carnevale ad Ovodda si nasconde dietro al monte ”Orohòle”, non si tratta di fantasia e magia ma di atti realistici col fine di cacciar via ”iella”.
Il carnevale ad Ovodda risale a piu’ di 500 anni fa il cosìdetto ”Me^uris de Lessia’‘,esso corrisponde al mercoledì delle ceneri, ma letteralmente la festivita’ s’ignifica mercoledì dei panni… La festa racconta la leggenda antichissima di Don Conte un uomo nobile che infieriva su tasse che indebolivano ed impoverivano il pase, visto come un diavolo portatore di male e digrazie,il quale un giorno venne sottoposto a processo e condannato a morte dinnanzi a tutto il paese che lo brucio’ su un carretto e lo lancio’ in fiamme sotto il ponte del paese.
Nasce come una festa, ma viene vissuta come una liberazione che di anno in anno porta via tutte le disgrazie di raccolto,lutti e malefatte. Dopo giorni di preparativi TUTTO il paese si riunisce gia’ dalla mattina presto per festeggiare tra un bicchiere e l’altro in sfilate, o meglio processioni con carri legati alla vita montana, di campagna e d’allevamento che comprende spesso anche gli stessi animali da traino e da latte come buoi, vacche, capre, cavalli e galline.
Ogni persona coinvolta nella festa viene unta con un mix tra olio e cenere di sughero come gesto purificativo cosi’ da poter seguire la processione fino a sera tarda,quando il fantoccio rappresentante il portatore di male viene processato il lingua sarda riportando tutte le disgrazie dell’anno precedente,viene poi giustiziato dal popolo che gli da fuoco e lo butta sotto il ponte nuovo del paese,che scoppia in festa per la sua morte che portera’ prosperita’ e gioia per i giorni restanti!
Strana e’ la festivita’ ovoddese che non si nasconde come le solite dietro religione e magia, ma dietro un velo cosi’ sottile ed ingenuo quale una liberazione dal malocchio di un uomo immaginario che muore in cenere lasciando una rinascita della terra e del bestiame!(fontehttp://mediterranews.org/)