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Don Jon

Creato il 27 novembre 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Don Jon

 

Anno: 2013

Distribuzione: Good Films

Durata: 90′

Genere: Commedia

Nazionalità: USA

Regia: Joseph Gordon-Levitt

Data di uscita: 28 novembre 2013

 

Jon Martello (Joseph Gordon-Levitt) è un ragazzo bello e aitante. I suoi amici lo chiamano Don Jon per la sua particolare abilità nel trovarsi ogni volta una donna diversa. Una notte si imbatte nella bella Barbara (Scarlett Johansson), una ragazza che sogna le storie d’amore hollywoodiane e risoluta nell’incontrare un giorno il suo Principe Azzurro. Jon ha però un brutto vizio: preferisce le attrici hard, alle donne vere… .

A esser sinceri, prima di questo film a Joseph Gordon-Levitt non avremmo dato molto credito come autore. Se, come asseriva Eraclìto: “un vero ricercatore non deve aver paura”, allora è giusto dire che forse avremmo dovuto notare prima quella che potrebbe essere una stella nascente nel panorama della Settima Arte statunitense. Infatti, egli scrive, dirige e interpreta Don Jon. Giungiamo subito a un primo giudizio su questa opera, eccellente! Nel caso il film in questione dovesse essere poco notato dal pubblico e dalla critica, allora sarebbe l’ennesimo segnale dell’imbarbarimento dei gusti cinematografici di questa nostra travagliata era. Al momento della visione della pellicola, non ci aspettavamo certo di vedere una storia di particolare pregio, niente di più sbagliato. Certo, la lettura della sinossi ci aveva intrigato, ma non pensavamo che questo ragazzotto americano avesse così tante ottime carte da giocare. Forse il suo film non riceverà un premio, ma le coccarde, tanto odiate da una maestro del calibro di Alfred Hitchcock, servono a ben poco per valutare davvero il valore di un film, basti pensare alla ultima edizione di Cannes. Tuttavia, e lo diciamo anche in qualità di sceneggiatori, riteniamo che Don Jon meriterebbe la dovuta attenzione da parte delle varie giurie internazionali almeno per i contenuti che presenta.

Perdersi nella pornografia, ecco il succo della trama. Gordon-Levitt ha il merito di aver riportato il cinema a uno dei suoi tanti, oggi smarriti, doveri: fare commedia, stigmatizzando nel contempo i mali della società, e lo fa in modo intelligente. Dall’avvento del digitale terrestre, stiamo assistendo alla nefasta influenza della televisione americana, con programmi raccapriccianti quali Jersey Shore, dove viene raccontata la “peggio gioventù” d’Occidente. Il dramma è che questo mefistofelico format televisivo è stato poi riproposto in alcune versioni europee, mostrando un mondo popolato di individui altamente pornografici. Gordon-Levitt critica con acume questa tipologia di persone, annichilite da una routine fatta di sbronze, sesso e, per l’appunto, pornografia. Egli è perfetto nei panni del donnaiolo palestrato, mentre Scarlett Johansson risulta come sempre inadatta nei ruoli della bomba sexy dal super fisico, giacché ne è priva, ma i registi sembrano non accorgersene. Sia chiaro, l’attrice ha un aspetto decisamente gradevole ed è sicuramente una buona interprete, ma riteniamo sia una forzatura insistere nell’affidarle ruoli che non le calzano bene. Tale piccolo neo a parte, la pellicola è di grande valore, nonostante la sua semplicità.

Don Jon ci regala una storia ironica, ma decisamente precisa sul consumo massificato della pornografia, il quale ha generato il fenomeno della pornodipendenza, che spinge gli uomini, come nel caso del protagonista, a preferire delle “attrici” virtuali a donne in carne e ossa, poiché le prime offrono prestazioni sessuali che la maggior parte delle donne non fa. La cosa non deve affatto stupirci, visto che il mondo del porno propone una sessualità che non vogliamo definire impossibile da praticare, ma che non rappresenta minimamente quella della gente reale. Questo contrasto tra realtà e finzione è mostrato in questo film senza mai scadere nel volgare, un’impresa non da poco, se si considera la tematica al centro della storia.

La pellicola propone uno dopo l’altro vari momenti di critica verso la nostra società e lo fa con una ironia mai sarcastica e autenticamente divertente. Ad esempio, il fatto che molti problemi sono legati alla nuova sedicente emancipazione femminile, dove si ricerca una libertà nella quale prevale l’egoismo. Jon tenta infatti di mettere la testa a posto per amore, con il risultato di essere solo l’ennesimo uomo che viene letteralmente messo sotto da una donna. Il messaggio è chiaro: se solo le donne facessero le donne, essendo solidali con il proprio partner, invece di pretendere la perfezione. A questo si aggiunge una bella descrizione della crisi dell’uomo moderno, che fa sì il mandrillo, portandosi a letto una sventola dopo l’altra, non accorgendosi però che sono le sue compagne di una notte le prime a non provare nulla per lui. Lo stesso uomo che quando decide di innamorarsi diventa succube a tal punto che gli è concesso trapanare un muro o montare un mobile, mansioni considerate “virili”, ma non di fare le pulizie in casa propria.

La porno-routine, generata da una vita spenta e noiosa che contraddistingue molti dei giovani d’oggi è il risultato di una visione della vita priva di ogni significato. Proprio la pornografia, la quale sia chiaro non si esplicita soltanto nei milioni di gonzo che si possono vedere gratuitamente in Rete, ma anche nella volgarità che vediamo quotidianamente nelle nostre città, è una chiave di lettura eccellente per comprendere i tanti mali della nostra epoca.

Finalmente, l’America si fa almeno in parte perdonare per la tanta immondizia che ci propina tramite la sua televisione, col bellissimo film di questa – lo speriamo davvero – nuova piccola stella nel panorama del cinema contemporaneo. Divertente, acuto, semplice ma assolutamente pieno, Don Jon è una opera che ci auguriamo venga guardata con l’attenzione che merita.

Infine, sentiamo di consigliarne la visione specialmente alle giovani coppie. Alle signorine che dovessero scoprire il proprio uomo a fare un utilizzo massiccio di materiale pornografico, vogliamo dire che prima di considerarlo un malato, dovrebbero interrogarsi sul fatto che questa fuga del maschio dalla vita di coppia reale è il risultato di mancanze sessuali e, specialmente, affettive. La prima regola per tenersi un uomo è quella di rispettarlo e tentare di capirlo, e Gordon-Levitt lo spiega benissimo nel suo film; bisogna proprio non voler vedere i fatti come realmente stanno, per non comprendere che l’uomo alla fine ha mantenuto i suoi atavici problemi, mentre la donna, con il deliberato sfruttamento del proprio corpo, ne ha creato di nuovi. 

 

Riccardo Rosati


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