Don Jon
Creato il 01 dicembre 2013 da Veripaccheri
Don Jon
di Joseph Gordon-Levitt
con Joseph Gordon-Levitt, Scarlett Johansson
genere, commedia
Usa, 2013
durata, 90'
Per
nulla reticente Don Jon fa sfoggio di se al primo battito di ciglia,
con
il susseguirsi spasmodico di immagini ed informazioni che annegano in
un flusso indistinto di corpi femminili e desideri libidinosi. A
metterle insieme una macchina da presa che Joseph Gordon-Levitt
trasforma in un telecomando pronto a scattare su un mondo costruito
sullo sguardo di Jon Martello, Don Jon per gli amici, metrosexual del
New Yersey ossessionato
dai film porno, consumati in maniera spasmodica e parallelamente ad un
intensa attività sessuale. La vista quindi, declinata nelle sue
molteplici funzioni ma sempre finalizzata ad acchiappare la bella di
turno. E poi il corpo, plasmato e levigato fino a fargli perdere la sue
connotazione materica, oggetto senz'anima riportato in vita dalle
proiezioni mentali dell'aitante protagonista. Gia' così c'è ne sarebbe
abbastanza per incanalare "Don Jon" sui binari di certi manifesti
esistenziali che utilizzano il sesso come metro di misura di ogni
alienazione; senza dimenticare i riferimenti all'essenza stessa del
cinema, sottintesa nell'azione creatrice dello sguardo di cui Jon si
serve per alimentare e dare seguito alle sue sfrenate fantasie.
Variazioni sul tema che la scorsa stagione avevano beneficiato del
talento artistico di Steve McQueen autore dello scandaloso
"Shame", e che adesso Don Jon trasforma nella ribalta di uno zibaldone
popolare
ed allo stesso tempo metacinematografico, in cui con un tono a metà
strada tra la farsa e la commedia si gioca alla rappresentazione del
mondo. A farne parte è certamente Jon Martello, immerso
anima e carne in un'esistenza in cui ogni problema viene azzerato dal
soddisfacimento del piacere sessuale, inseguito e conquistato
all'insegna del motto "il porno e' meglio di una fica vera". Un credo a
cui il protagonista si affida ciecamente, e che funzionerebbe alla
perfezione se non ci
fosse di mezzo una nemesi bionda che risponde al nome, e soprattutto
alle
fattezze, di Scarlett Johansson, interprete di Barbara Sugarman, bionda
egocentrica e sexy che lo convince ad astenersi dal benessere di quei
filmati.
Un inversione di tendenza che si rivela letale non solo per la storia
del personaggio, da quel momento in ostaggio degli umori della tirannica
compagna, ma ancor di più per le sorti dello spettacolo,
costretto in qualche modo a rimangiarsi la premesse brillanti e
provocatorie con un colpo di coda che riporta il film all'interno di un
conformismo da cui il regista era statoi inizialmente immune. Nonostante
questo per tutta la prima parte Don Jon e' un esordio
al di sopra della media per la capacità di districarsi tra differenti
forme di linguaggio: da quello televisivo stile sitcom, costituito dalle
scene di ambientazione casalinga che ci fanno conoscere la
strampalata famiglia Martello, alla ripetitività gestuale tipica dei
porno movie interiorizzata attraverso sequenze pressoché
identiche (quelle di raccordo legate alle routine estenziale del
protagonista così come i rendez vous
in discoteca in cerca di conquiste) riproposte con cadenza ravvicinata allo scopo
di rendere la
dimensione ossessiva e gli schematica del protagonista, senza dimenticare la
frammentazione visiva imposta dallo slalom sensoriale di Jon
attraverso i tesori del video sharing restituita da immagini a
tutto schermo mutuate dalla rete, e tornando al cinema, gli spezzoni di
un finto lungometraggio realizzato con la complicità di Anne Hathaway e
Channing Tatum, omaggio alla Hollywood più classica che Levitt in
qualche modo riabilità nella convenzionalità dei contenuti e nella
maggiore compostezza formale che appartengono alla seconda sezione del
film. A non passare inosservata è anche la direzione degli attori,
azzeccata nella caratterizzazione del protagonista, esuberante ma non
istrionica, e poi nella scelta (azzeccata) di utilizzare il fascino
elitario della Johansson in chiave proletaria e cafona. Per il resto ci
sarà tempo e possibilità.
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