Magazine Cinema
Durata: 90'
La trama (con parole mie): Jon è un giovane italo americano del Jersey tutto palestra, amici, famiglia, chiesa e porno. Questo perchè, nonostante le conquiste, la macchina, la casa, i capelli impomatati e le partite di football non c'è niente che dia più gioia a "Don" del porno.Neppure il sesso vero e proprio.Quando, però, in discoteca il ragazzo conosce Barbara, una sventola appariscente e di carattere, le cose cambiano: convinto che tra loro possa nascere qualcosa, Jon inizia una relazione che lo porta progressivamente a rinunciare - o tentare di farlo - a molte delle cose che più gli piacciono, fino a quando sempre il porno non torna a mettere lo zampino nella sua vita di coppia.Ma proprio quando tutto pare andare a rotoli, una compagna fuori tempo massimo del corso serale finirà per offrire a Don Jon un nuovo punto di vista sulla vita, il sesso e l'amore.
"Tutti gli uomini guardano i porno, e chi dice di non farlo è solo un bugiardo".Jon è un ragazzo semplice, tutto casa, chiesa, palestra e nottate di fuoco con la prima ragazza rimorchiata in discoteca. Una specie di versione Jersey Shore di Tucker Max.Eppure, tutto sommato, dice anche la verità.Non che tutti i maschi adulti passino la giornata incollati allo schermo del computer alla ricerca del video giusto per regalarsi quei cinque minuti "da gentiluomini" capaci di far scivolare via anche una giornata delle peggiori, ma senza dubbio - anche e soprattutto chi afferma di no - tutti i suddetti sognano di poter vivere, almeno una volta ogni tanto, del sesso che possa diventare la rappresentazione effettiva delle fantasie offerte dalla rete - che ormai ha inghiottito qualsiasi rivista, foto e chi più ne ha, più ne metta figlie degli anni settanta e ottanta -.Il fatto è che quegli stessi video e fantasie finiscono spesso e volentieri per rovinare quello che è il piacere di una sana e goduriosa scopata, perchè di fatto lontani non tanto dagli accadimenti reali - onestamente la stranezza e l'unicità di alcuni incontri supera di gran lunga la fiction - quanto dagli strumenti primari responsabili della vera ed incontrollata eccitazione: la pancia e la testa.Ma non sono certo qui per sbrodolare teorie sul sesso e l'amore, sull'importanza dell'eccitazione quanto e forse più dell'orgasmo, sulla sensazione unica e quasi predatoria del momento che si avvicina, e della liberazione del lasciarsi andare durante e dopo, con quei sonni così profondi da non poter rischiare di non essere giusti.Sono qui per una pacca sulla spalla a Joseph Gordon Levitt, giovane attore ormai noto anche al pubblico non solo indie al suo esordio come regista e sceneggiatore di questa curiosa e decisamente interessante commedia romantica: un lavoro sincero, divertente, coinvolgente e decisamente più profondo di quanto non dia ad intendere, intelligente nella sua evoluzione - che corre accanto a quella del protagonista -, sottilmente critico verso un certo tipo di made in USA - dal fare in pieno stile reality show del protagonista alla sua famiglia, dall'agghiacciante personaggio di Barbara cui si adatta perfettamente l'odiosa Scarlett Johansson alla ricerca del successo e della realizzazione da quadretto da spot pubblicitario che sfoga i suoi lati oscuri nell'aggressività repressa - eppure leggero come si conviene a questo tipo di pellicole.Senza dubbio non ci troveremo di fronte al film dell'anno, ed i difetti e gli angoli da smussare dietro la macchina da presa del buon Joe sono parecchi - primo fra tutti un utilizzo non sempre perfetto del montaggio ed una sceneggiatura a tratti decisamente sbrigativa -, eppure il risultato appare molto incoraggiante, il Nostro finisce per mettere molto cuore in un protagonista la cui evoluzione è frutto proprio del bene che l'autore prova per lo stesso ed il personaggio di Esther, interpretato da una sempre intensa - e più affascinante della succitata Johansson - Julianne Moore risulta non soltanto azzeccato, ma al posto giusto e nel momento giusto.Ma se i difetti, a volte, possono essere la cartina tornasole giusta per rivelare le potenzialità di un nuovo talento, nel caso di Don Jon trovo sia una sequenza in particolare a mostrare di quale pasta sia fatto anche nel ruolo di regista Gordon Levitt: Jon a tavola con la famiglia rende partecipi i genitori della fine della storia che li aveva resi, pur se in misure diverse, orgogliosi.Ai rimproveri e agli improperi risponde la sorella minore del protagonista, fino a quel momento vista solo ed esclusivamente impegnarsi sulla tastiera dello smartphone.Basta una frase, per capire il cuore che questo giovane volto del Cinema USA finisce per mettere nel suo lavoro.E gli si perdonano i peccati veniali di un esordio in parte acerbo.Il ragazzo si farà. Senza dubbio.Non tutto il porno viene per nuocere.
MrFord
"1, 2, 3
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