L’usura sta divorando VENOSA. Esistenze frantumate, storie ridotte a brandelli, attività lavorative alla malora: da almeno un anno non sono poche le persone che stiamo incontrando nei nostri sportelli e che ci confidano la loro disperazione per quell’abbraccio mortale che li ha ridotti quasi a niente.
Nomi, volti, episodi: dalla bocca di queste vittime viene fuori uno spaccato criminale che ci inquieta. Persone al di sopra di ogni sospetto, mafiosi di lungo corso, ma anche manovalanza di seconda fila.
Cosa succede a Venosa e dintorni? Quante altre persone subiscono in silenzio l’aggressione di questi criminali?
Fortunatamente nell’ultimo anno l’azione repressiva dei carabinieri del posto è intervenuta in modo decisivo, ma quante zone d’ombra ancora ci sono?
Ci rivolgiamo a chi subisce in silenzio e a quanti sanno ma non parlano: l’unico modo per ritrovare la libertà perduta è la denuncia. Non ci sono altre vie.
Lo splendore di Venosa non può essere ostaggio di nessuna gabbia criminale.
Don Marcello Cozzi