Non mi ricordo perché dovessi fare lezione di latino con Michele la mattina prestissimo. Forse durante il giorno Michela lavorava alla Cisl e tornava tardi.
Io alle otto e mezzo dovevo essere a scuola e per raggiungerla dovevo fare quattordici chilometri. Penso perciò che la lezione dovesse essere all'incirca fra le sei e mezzo e le sette della mattina. A quell'ora, d'inverno, era notte.
Ma era arrivata la luce elettrica a Barbiana e don Lorenzo, appena sveglio, accendeva il lampione sul piazzale, perché non mi trovassi al buio arrivando.
Io, uscendo dal mio portone, nel buio, vedevo solo quel lume lassù verso la chiesa ed era come un saluto, un segno, il segno di una presenza.
(da Adele Corradi, Non so se Don Lorenzo, Feltrinelli)