La pensione del vecchio arciprete don Sattamino a Savona
Nella piccola lettera marroncina, vergata minuziosamente su carta leggerissima con il timbro a secco di uno stemma, in alto a sinistra, leggiamo con curiosità tra quelle antiche righe di scrittura originate a Mondovì nel 1855 dal sacerdote Giuseppe Martini, rivolte al nostro don Giovanni Bonavita Sattamino, residente a Savona, in via San Bernardo… La preziosa letterina, invita in copia telematica all’amico Mauro Risani che la trascrive, così riporta:
“Il sottoscritto, mentre riverisce cordialmente il Preg.mo Signor Arciprete Sattamino, gode di potergli trasmettere l’unito mandato pel pagamento di un semestre del solito sussidio sull’opera pia de’ Parrocchi (dicitura completa: Opera pia dei parroci vecchi e inabili di Mondovì, ndr.), e si augura di potergli fare una sola spedizione almeno per una cinquantina d’anni all’avvenire.
Mondovi’, 1 settembre 1855. Sacerdote Giuseppe Martini.”
La risposta, scritta in brutta copia sulla stessa lettera, è di ringraziamento e contiene una richiesta:
“Reverendo, mille grazie alla S. V. Ill.ma … sarei a pregarla di quando possibile sia, di procurarmi lo sborso del semestre di mia pensione collo proprio mezzo di cui degnosi servirsi ultimamente cioè di una richiesta od ordine di pagamento di codesto Sig. Superiore della Missione, al Sig. Cassoni sacerdote della congregazione di Savona quale lo rinvenni *** nel pagarmi l’ultimo ***.
In caso diverso farà che Ella si compiaccia di farmelo pervenire deducta deducendi con un vaglia postale, non avendo io altro mezzo al presente per farlo ritirare. Ma via nell’uno che nell’altro caso rendo alla vostra signoria illustrissima e reverendissima mille grazie pel nuovo favore che da questo scusarmi ed *** reciterò col più vivo del cuore una Salve per lei alla gran Madre di Misericordia.
Sii gentile di presentare i miei ossequi riverenti di venerando prelato, raccomandandomi alle fervide sue orazioni e di gradire per Ella i servigi di doverosa riconoscenza ed *** con cui me le professo.”
Da una parte, come versi di una poesia, il nostro sattamino che era stato parroco a Millesimo e al Santuario del deserto, scrive:
Oh!, povera mia popolazione di Millesimo”
“Oh!, come mi addolora la sua micidiale desoluzione!”
“Oh!, come di trasparente esalamo: Domine opem fer illis super lectum doloris eorum”
A cura di Bruno Chiarlone Debenedetti