Don’t Cry per Telefono Rosa #2. Il mio diario del denim.

Creato il 14 novembre 2012 da Missbailing
Pubblicato il 14 novembre 2012 da Bailing

Oggi, per il secondo step del progetto di Don’t Cry per Telefono Rosa, vi porto in Costa Azzurra, a Cannes per la precisione, a rivivere l’Estate dei miei 17 anni.
I ricordi di quei giorni sono così vividi nei miei pensieri che riesco ancora a percepirne suoni ed odori: la mia madeleine proustiana è il profumo della tarte tatin che compravamo ogni mattina in un minuscolo forno della Haute Ville prima di andare a scuola.


Non che fossero tutte rose e fiori però, anzi!
La leggenda metropolitana secondo cui in vacanza studio le “famiglie affidatarie” vi accolgono in ville bianche vista mare fu immediatamente smentita, ed io e la mia amica del cuore finimmo in un caseggiato popolare nella più remota periferia, a condividere in 8 un appartamento di 60 mq… ma non ci importava.
Eravamo così felici di quella ventata di libertà, lontane dagli orari rigidi e dai divieti della nostra adolescenza italiana, che trovammo in fretta il nostro equilibrio.


Poveri mamma e papà, se ripenso alla fiducia con cui mi misero su quel treno, confidando nel fatto che avrei trascorso l’estate sui banchi di scuola, perfezionando il mio francese e filando a letto ogni sera non più tardi delle 11!
Il mio francese in realtà migliorò pochissimo ma trascorsi un’Estate pazzesca.


Ricordo i pic-nic sui prati impeccabili del Palais des Festivals, le sognanti passeggiate lungo il boulevard de la Croisette e i pomeriggi trascorsi a chiacchierare tutti insieme su una spiaggia libera mentre l’accompagnatrice italiana che avrebbe dovuto sorvegliarci arrostiva al sole sulla chic-issima spiaggia del Martinez.
Ricordo i pranzi domenicali in campagna a base di poulet roti, a casa dei nonni acquisiti e le drammatiche avventure patite ogni sera per tornare a casa, in un quartiere snobbato dagli autobus di linea e di cui nessun taxista sembrava conoscere l’esatta ubicazione.
Ricordo le serate trascorse al cinema, il fascino che quelle sale super tecnologiche esercitavano su noi ragazze di provincia e il modo in cui ci ostinavamo a vedere thriller al cardiopalma con protagonisti feroci serial killer, incuranti del fatto che tra il capolinea degli autobus e casa nostra ci fosse un bel tratto di campagna buia e desolata da percorrere a piedi.
Ricordo lo shopping in rue d’Antibes e questo paio di shorts sdruciti acquistati per quella che all’epoca mi era sembrata una cifra folle.

Ricordo Frederick, il mio amore belga dai riccioli neri e dagli occhi di cerbiatto, che io e la mia amica conoscemmo molto romanticamente di notte e in mezzo ad una strada, caricati tutti e tre dallo stesso taxista per tornare a casa (se questo non è karma amiche mie…)
Ricordo che avevo addosso proprio questi jeans quando Frederick mi baciò per la prima (ed ultima volta) in una discoteca di Juan les Pins salvo poi “fidanzarsi” a fine serata con una brunetta che non solo era italiana come me, ma veniva pure dalla mia stessa città (anche questo deve essere stato karma… o meglio Destino Crudele!)


E ricordo come fosse ieri la sera del 14 luglio, quando vennero a trovarci i nostri genitori dall’Italia e ci portarono a mangiare crostacei sul lungo mare, e ci toccò fingere di essere allegre ed affamate mentre io avrei voluto solo chiudermi nella mia cameretta a piangere e ad elaborare il mio lutto amoroso, lontana dai fuochi d’artificio e dalle allegre orchestrine e dalle piazze piene di gente felice che ballava.
Non c’è niente al mondo di altrettanto melodrammatico di un’adolescente dal cuore infranto!
E per me non c’è niente al mondo di altrettanto dolce del ricordarmi dell’adolescente che ero.
Questo è il mio diario del denim per Don’t Cry e Telefono Rosa.

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