Si comincia con Sophie Linfield mezza nuda e vomitante in un mare di schifezze più o meno organiche, dal che si deduce che Don’t let him in può avere in sè qualcosa di interessante.
E Kelly Smith mantiene le promesse dei primi minuti del film, perchè poi si continua tra orrori e buona tensione.
Due coppie passano il week end nel solito cottage in montagna (anche se si sa che in zona c’è un maniaco che spezzetta le vittime per andarle ad appendere sugli alberi).
Ma i protagonisti devono preoccuparsi anche del nuovo fidanzato della sorella di lui, perchè non sembra un tipo rassicurante.
E come la mettiamo quando si presenta alla porta sanguinante l’autostoppista che non avevano voluto caricare?
Ci siamo capiti, si viaggia su temi classici, dal maniaco dei boschi, al cottage isolato, alla doppia coppia, all’autostoppista misterioso.
Il fatto è però che il film funziona alla grande, regalandoci esattamente quello che ci aspettiamo.
Una storia discretamente raccontata (e che importa se non proprio tutto quadra nella cronologia dei fatti?), un cattivo, anzi due, due belle ragazze (c’è anche Gemma Harvey) e molto moltissimo sangue (esagerato ma ben fatto).
La faccenda dei due cattivi è curiosa… non nuova ma ad un certo punto lo spettatore si ritrova a chiedersi che fine abbia fatto il mostro designato… ma la risposta arriva, non preoccupatevi.
Il cast è discreto, con la Linfield che fa la ragazza figa in fuga, ma pecca un po’ su Gordon Alexander che mi è piaciuto proprio poco.
Bravo invece Sam Hazeldine, soprattutto quando sbava nel finale.
E buono è anche lo spiedino conclusivo ma non vi metto la foto sennò si capisce tutto.
Don’t let him in fa paura?
No, non direi, ma c’è da divertirsi a sguazzare in tutto quel sangue.
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