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Donald Norman e i golfi: principi di Usabilità

Da Iwebdesigner @Iwebdesigner_it

La scorsa settimana abbiamo introdotto il concetto dell’interazione uomo-macchina e dell’usabilità definendo quest’ultima come uno degli obiettivi fondamentali su cui si concentra la HCI.

Se ti sei perso qualche concetto o non hai letto l’articolo dai una occhiata qui

Il problema dell’usabilità in sé è semplice: il modello del progettista, cioè la sua idea riguardo all’oggetto e al suo funzionamento, è diverso dal nostro: questa differenza concettuale crea difficoltà nel ricercare e trovare contenuti  all’interno di un sito, come nell’ utilizzo di qualsiasi piattaforma informatica.

E’ quello che accade quando progettiamo un sito e gli utenti non riescono a trovare dove abbiamo inserito il carrello per gli articoli. Vi è mai capitato ?

Ma come si fa a capire come e dove posizionare i vari elementi ?

L’ergonomia cognitiva si occupa dell’interazione fra l’uomo e gli strumenti per l’elaborazione dell’informazione studiando i processi cognitivi coinvolti e suggerisce gli interventi per modificare o migliorare questa interazione definendo dei modelli comportamentali.

Oggi vi parlerò dell’usabilità e del modello di Donald Norman

Usabilità e modello di Donald Norman

Fra i vari modelli di interazione uno dei primi è quello di Donald Norman: è impossibile parlare di human-computer interaction e usabilità senza far riferimento ai suoi studi e teorie.

Il modello di Norman è un modello di interazione uomo-macchina relativamente semplice che si basa su sette punti fondamentali:

1. Formulare lo scopo, (che scopo voglio raggiungere ?)

2. Formulare l’intenzione (cosa posso fare per raggiungere lo scopo ?)

3. Identificare l’azione (quali azioni devo compiere per raggiungere lo scopo ?)

4. Eseguire l’azione

5. Percepire lo stato del sistema (come è cambiato la situazione dopo l’azione ?)

6. Interpretare lo stato del sistema (lo stato è cambiato dopo le mie azioni ora è necessario interpretarlo nuovamente)

7. Valutare il risultato rispetto all’obbiettivo (il mio scopo è stato raggiunto ?)

Il modello nella sua semplicità può essere applicato a qualsiasi tipo di azione. Infatti se dovessimo affrontare azioni complesse dovremmo semplicemente scomporle in attività più semplici, ognuna delle quali sarà caratterizzata dal passaggio attraverso i 7 punti citati.

Nel definire i sette stadi e il loro livello di granularità è lo stesso Norman a chiarire i concetti:

“I sette stadi costituiscono un modello approssimativo, non una teoria psicologica completa. In particolare, gli stadi quasi certamente non sono entità separate e distinte. La maggior parte dei comportamenti non richiede che si ripassino tutti gli stadi nell’ordine, e nella maggior parte delle attività un’azione singola non basta. Devono esserci numerose sequenze e lintera attività può durare ore o anche giorni. Cè un continuo anello di retroazione, in cui i risultati di unattività sono usati per indirizzarne altre, in cui gli scopi conducono a scopi collaterali e sussidiari, le intenzioni a sub-intenzioni. Ci sono attività in cui gli scopi vengono dimenticati, scartati o riformulati‛ 

Norman e i suoi “Golfi”

Il modello descritto da Norman è un modello assolutamente chiaro che permette di scomporre un qualunque tipo di azioni in sotto-azioni caratterizzate dai passaggi fondamentali, ognuno di questi passaggi può metterci di fronte a diversi problemi che devono essere affrontati e superati dall’utente, per arrivare al punto finale che è la valutazione del risultato.

Secondo Norman il passaggio da uno stadio all’altro, definito da lui golfo, è caratterizzato da difficoltà differenti. In particolare ci sono due golfi che possono essere particolarmente difficili da superare:

  • Il golfo dell’esecuzione che separa lo stadio delle intenzioni da quello delle azioni, e
  • Il golfo della valutazione, che separa lo stadio di percezione dello stato del mondo da quello di valutazione dei risultati

Il golfo dell’esecuzione rappresenta la fase di passaggio da quello che si pensa di dover compiere (intenzione) a quello che si compie (azione) per raggiungere l’obiettivo prefissato: bisogna verificare quali azioni si possano compiere all’interno delle molteplici possibilità che si hanno per arrivare al risultato finale.


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